Iain Douglas-Hamilton è uno zoologo inglese che da oltre cinquant’anni è impegnato nello studio del comportamento degli elefanti nel loro ambiente naturale. Oggi, insieme all’americana Cynthia Moss, può essere considerato il massimo esperto in questo campo ed è sicuramente uno degli scienziati maggiormente coinvolti nella tutela degli elefanti africani, oggi più che mai colpiti dal bracconaggio e dal commercio illegale dell’avorio.
Una vita tra gli elefanti
Dopo la laurea in zoologia all’Oriel College di Oxford, Douglas-Hamilton si trasferì in Tanzania per osservare da vicino i pachidermi nel loro ambiente naturale. Ai tempi aveva soltanto 23 anni, oggi ne ha più di 75 e la sua base operativa è ancora lì, nel Parco Nazionale del lago Manyara, nel nord del paese africano. Il suo principale campo di studi è sempre stata l’etologia degli elefanti, in particolare il modo in cui, all’interno del branco, vengono prese decisioni sugli spostamenti: si tratta di scelte che solitamente spettano alla matriarca, la femmina più anziana del gruppo. Douglas-Hamilton, per studiare questi spostamenti, sviluppò nuove tecniche di indagine faunistica. In particolare, fu il primo a organizzare ricognizioni dall’alto con piccoli aeroplani, ad altezze sufficienti per non arrecare fastidio agli animali, ma non così elevate da non poter contare gli esemplari e avere dati certi sulle loro migrazioni. Oggi, grazie all’utilizzo di microchip impiantati sottopelle e controllati via GPS satellitare, tutto risulta molto più semplice. E, grazie a questa grande mole di dati raccolta in decenni, è oggi più facile gestire eventuali conflitti tra gli elefanti e le popolazioni umane, che sono in costante crescita e necessitano sempre più terreno per allevamenti e agricoltura.
Testimone della prima ecatombe
Gli studi di Douglas-Hamilton ebbero un peso fondamentale nel favorire una legislazione molto più severa nei confronti del bracconaggio e un bando definitivo delle nazioni sul commercio dell’avorio. Lo scienziato inglese visse di persona la prima, grande ecatombe dei giganti della savana, avvenuta nei paesi dell’est Africa a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del Novecento. La crisi sembrò fermarsi in seguito alla comparsa di leggi più forti per la loro tutela, ma sembra che, in quest’ultima decade, i numeri degli elefanti stiano nuovamente crollando, a causa di un ritorno di fiamma del bracconaggio e del commercio illegale di avorio. Lo scienziato è comunque timidamente ottimista sul futuro degli elefanti africani, principalmente per aver già visto che è possibile affrontare una crisi e superarla.
L’ONG per proteggere i pachidermi
Nel 1993 Douglas-Hamilton ha fondato Save the Elephants, la più importante ONG dedicata allo studio e alla salvaguardia degli elefanti nel loro ambiente naturale. Oltre al lavoro di ricerca e di tutela, l’associazione oggi si occupa anche della sensibilizzazione del pubblico su come gli elefanti possano essere realmente aiutati, ossia bloccando definitivamente l’utilizzo e il commercio di avorio. Lo scienziato inglese è sposato con Oria Rocco, anch’essa impegnata nella tutela dei pachidermi, e ha due figlie, la produttrice di documentari Mara Moon e la più celebre Saba, conduttrice e regista di programmi televisivi sulla natura africana.
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