Dopo il devastante terremoto che ha colpito il Nepal lo scorso anno, il Paese asiatico deve affrontare la ricostruzione delle case di centinaia di migliaia di persone rimaste senza un tetto.
Case e scuole dovranno essere edificate con criteri antisismici ma, nonostante i 4,1 miliardi di dollari ricevuti dalle donazioni internazionali, il Nepal rimane un Paese povero e in crisi politica e le risorse non bastano per ricorrere alle tecniche edilizie più avanzate. Ecco, allora, l’idea di ricorrere all’“acciaio vegetale”, il bambù.
Come spiega l’architetto nepalese Nripal Adhikary “il bambù è un eccezionale materiale antisismico. In caso di terremoto, infatti, il nemico peggiore per la stabilità degli edifici è il loro peso. Il bambù sotto questo punto di vista è perfetto: leggero, flessibile e molto resistente”.
È paragonabile all’acciaio, ma molto più ecologico perché non necessita di industrie ed energia per essere prodotto.
Non solo. Il bambù è anche il materiale da costruzione più indicato per le aree montuose del paese, perché cresce in molte zone ed è facile da trasportare.
Un materiale antico che, grazie a nuove tecnologie di trattamento, oggi ha una durata maggiore. Nuovi sistemi di giunzione lo rendono adatto anche a costruzioni più grandi rispetto al passato.
In Nepal si trovano 54 specie di bambù, che coprono circa 63mila ettari di territorio. L’utilizzo sostenibile delle canne in edilizia può, infine, favorire l’economia e l’occupazione locale nelle aree rurali.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com