Gli anfibi? Sono il frutto di tre linee evolutive che sopravvissero all’impatto del meteorite che sterminò i dinosauri 64 milioni di anni fa. Nove specie su dieci, in particolare, derivano da progenitori che anche in condizioni climatiche disastrose, seppero mantenere la loro salute biogenetica. Gli scienziati ritengono che abbiano addirittura ottenuto giovamento dall’impatto meteorico che ha determinato un cambiamento radicale degli equilibri ecosistemici, favorendo gli anfibi e penalizzando i rettili.
Le ricerche condotte da David Hillis dell’Università del Texas ad Austin, sovvertono le tesi considerate fino a oggi; secondo le quali non c’è alcun nesso fra l’estinzione di massa del cretaceo e l’esplosione demografica degli anfibi, e in particolare delle rane. Secondo David Wake dell’Università della California a Berkeley lo scoppio del meteorite favorì gli animali che erano in grado di arrampicarsi sugli alberi e quelli capaci di rintanarsi in angoli isolati e protetti dalle bizzarrie del clima. Le prime rane che si distinsero, infatti, furono quelle arboricole; che ancora oggi dominano molti habitat del pianeta (rappresentate da migliaia di specie).
La vegetazione offrì loro riparo, ma anche un numero incredibile di insetti di cui nutrirsi. Caso analogo si verificò con i mammiferi; che trovarono nuovi spazi dove vivere, contando sulla capacità di muoversi in zone dove non c’erano più predatori. Si è giunti a questi risultati tramite le analisi genetiche di 44 famiglie. L’argomento è quanto mai di attualità se si pensa che molti anfibi stanno subendo pericolosamente l’impatto dell’uomo sull’ambiente, che li sta privando dei rifugi necessari alla loro sopravvivenza.
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