Lo sfruttamento delle materie prime ha segnato da sempre, in modo profondo, la storia umana. Perché hanno portato ricchezza e sviluppo, ma anche sfruttamento e distruzione. Le conseguenze ambientali e sociali, gli aspetti economici e industriali, le implicazioni etiche dell’utilizzo di materie prime nell’industria saranno al centro della giornata dal titolo “Le materie prime: la lettura del passato, per comprendere il presente e gestire il futuro”, proposta online dall’Università di Trento alla comunità scientifica e a tutte le persone interessate, online mercoledì 25 novembre.
Il tema delle materie prime è vastissimo
Il progetto originale era incentrato prevalentemente sull’impatto delle materie prime sulla produzione industriale ed era rivolto a Master e Phd student dei Dipartimenti di collina. Ma l’orizzonte poliedrico dell’argomento ha poi coinvolto professori che, qui e in altre università, lavorano anche in aree disciplinari umanistiche, economiche e sociali. Come spiega Stefano Gialanella, professore di Scienza e tecnologia dei materiali al Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Ateneo di Trento, «si spazierà dalla produzione del rame nelle Alpi, sin da epoche preistoriche, al commercio della seta e ci si soffermerà sull’attività estrattiva, tra sfruttamento e recupero a fini turistici».
«Quello delle miniere dismesse è un grande tema aperto» osserva Gialanella. «C’è una forte richiesta di metalli, soprattutto quelli delle cosiddette “terre rare”. Un altro esempio è il “coltan”, minerale particolarmente presente in Congo e altri Paesi dell’Africa, dal quale si estrae il tantalio, fondamentale per la componentistica microelettronica, che ha impiego d’elezione nella produzione degli smartphone di tutto il mondo. Per quanto riguarda altri metalli strategici, varie multinazionali hanno acquistato vecchi siti minerari, anche in Europa, e intendono riaprirli. Ci si chiede a quali condizioni ciò possa avvenire senza avere un eccessivo carico sulla salute e sull’ambiente. Sono temi dibattuti, che hanno implicazioni etiche».
Ritorno allo Spazio
Si confronteranno anche nuovi modelli di economia e di sviluppo, come l’attività estrattiva dagli asteroidi. «Nell’ambito dell’esplorazione interplanetaria, c’è l’esigenza di trovare le materie prime necessarie sul posto senza doverle trasportare dalla Terra. Per questo ora si guarda all’estrazione mineraria extraterrestre, anche da asteroidi, per recuperare le materie prime che poi serviranno per la produzione, la costruzione di strutture, sfruttando ad esempio tecniche di stampa 3D». E a chi obietta che estrarre metallo da asteroidi sia un’idea visionaria, Gialanella replica: «La parola “siderurgia” ci ricorda che il primo ferro impiegato dall’uomo era meteoritico. All’inizio della civiltà, infatti, veniva ricavato dalle stelle (sidera, in latino), ovvero dai meteoriti caduti sulla Terra. Perché in prospettiva non possiamo immaginare di estrarlo dagli asteroidi?».
L’ambito accademico dell’iniziativa
L’iniziativa è organizzata in modo congiunto da tre dipartimenti dell’Ateneo (Economia e Management; Ingegneria industriale; Lettere e Filosofia) e in collaborazione con Hub Innovazione Trentino.
L’appuntamento si inserisce nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale dell’Università di Trento, che ha ottenuto un finanziamento dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (European Institute of Innovation & Technology – EIT) su un bando dedicato alle materie prime (EIT- Raw Materials).
La giornata è organizzata congiuntamente dal Dipartimento di Ingegneria industriale, dal Centro di Alti Studi Umanistici (CeASUM) del Dipartimento di Lettere e Filosofia e dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, in collaborazione con HIT – Hub Innovazione Trentino e il contributo del progetto Apollo di UniTrento, gruppo di lavoro per la comunicazione della scienza.
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