Se passeggiando in territori d’arte o nella natura, vi capita di percepire delle sensazioni particolari, che solo quei luoghi riescono a trasmettere, significa che in quel momento siete in compagnia del genius loci. Il genius loci era, secondo gli antichi greci, lo spirito del luogo e nella religione romana un’entità naturale e soprannaturale dei territori o degli oggetti.
Nell’antichità pensare che l’ambiente non avesse una propria anima era inconcepibile. “Nullus locus sine genio”, nessun luogo è senza il suo spirito, ossia la sua parte sacra. Montagne, campagne, strade, crocevia, ma anche castelli, palazzi o semplici abitazioni potevano essere percepiti benefici o malefici a seconda degli spiriti che lo abitavano, come le ninfee dei boschi o i folletti.
Questa natura così fascinosa sopravvive nella letteratura favolistica e nei racconti popolari, ma il genius loci lo si può ancora percepire, attraverso i sensi.
Oggi, in pieno terzo millennio, si potrebbe dubitare che il genius loci possa trovare un posto nella nostra società desacralizzata. In verità, l’uomo che vive in una società sempre più dominata dall’intelligenza artificiale sente la necessità di ritrovare la sacralità dei luoghi in cui vive e in quelli che esplora.
Il rispetto dei luoghi, e indirettamente verso il genius loci, emerge persino nella architettura paesaggistica. Il famoso architetto norvegese Christian Norberg Shultz, nel 1979, all’interno di un suo libro scriveva: «Il genius loci è lo spirito del luogo e il compito dell’architetto è quello di creare luoghi significativi. Se il genius loci sopravvive alle modifiche dovute ai diversi assetti funzionali, allora conferisce un carattere indelebile ai paesaggi».
Come possiamo incontrare il genius loci?
Provate a chiudere gli occhi e pensate alla Camargue. Nella maggior parte di voi si farà strada una sensazione piacevole di colori e profumi. Ora pensate a un castello scozzese al quale molti assoceranno pensieri affascinanti e misteriosi legati a colori cupi e sentori di muschio. Ecco siamo entrati nello spirito di questi luoghi.
Sperimentatelo ora con una passeggiata nella natura o in città e lasciate che lo spirito dei luoghi vi faccia visita.
La musica favorisce il contatto con il genius loci?
La musica offre un’opportunità’ esperienziale importante, può afferrarci per mano e condurci ovunque nel tempo e nello spazio. Attraverso l’ascolto si apre un canale che arriva al cuore sacro di un luogo. Molto spesso si organizzano concerti in luoghi particolari come per esempio giardini, castelli, fortezze, vette, rocche, perché attraverso la musica si vuole condividere un’esperienza culturale fatta di sensazioni. Ma, soprattutto, attraverso la sequenza armonica delle note, si vuol far cogliere la sacralità di quei luoghi, trasmettendo il genius loci.
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