Il gioco è da sempre oggetto di studio per valutare lo sviluppo e il benessere dei bambini e anche negli animali è uno dei parametri principali per valutarne l’equilibrio. Chiunque abbia in casa un cane o un gatto sa bene come essi richiedano un tempo dedicato esclusivamente al gioco; ugualmente, facilitare le occasioni di gioco anche negli animali da reddito sarebbe molto vantaggioso.
Il benessere animale
Il benessere animale è stato definito come uno “stato di completa salute mentale e fisica, nel quale l’animale è in armonia con l’ambiente che lo circonda”. Si tratta di un passaggio in più rispetto all’idea che l’animale per stare bene debba semplicemente essere al sicuro e alimentato; l’assenza di minacce e la disponibilità di cibo non bastano infatti per renderlo felice. Gli animali provano stati d’animo con valenze positive (gioia, felicità, eccitazione…) e negative (rabbia, frustrazione, paura…). Dall’equilibrio di questi deriva lo stato di benessere.
Perché il gioco
Ci sono vari aspetti che rendono il gioco un perfetto indicatore del benessere animale. In primo luogo, il gioco è qualcosa di “più”, un qualcosa che l’animale si permette quando si sente bene, al sicuro nel suo ambiente, soddisfatto e senza dolori.
L’animale che gioca prova piacere e questo ha un impatto positivo immediato: giocare infatti può essere eccitante, elettrizzante, gratificante o rilassante a seconda del soggetto. Gli animali per questo sono fortemente motivati a giocare per il piacere che provano e dovrebbero essere spinti a sperimentare questo stato di appagamento.
Il gioco ha effetti positivi anche sul lungo periodo; gli animali con il gioco sviluppano competenze, migliorano le loro abilità, imparano a rispondere alle novità e agli stress. L’animale giovane si allena e imparerà comportamenti che gli saranno utili da adulto.
Il gioco è contagioso!
Per gli animali che vivono in branco la presenza del gioco indica un buon funzionamento del gruppo, contribuisce all’affermazione del legame tra gli individui. Non solo: avere soggetti che giocano spinge anche gli altri a fare lo stesso. I comportamenti espressi da un animale mentre gioca possono agire come stimoli per vivacizzare gli altri: questi segnali possono comprendere segnali acustici (gorgheggi nei pappagalli, ultrasuoni nei ratti o vocalizzazioni nei suinetti) o comportamentali (il cane che si inarca, mimiche facciali nei primati o scuotimento della testa nei vitelli).
Allevamento e gioco
Tra gli animali che l’uomo alleva, il maiale è una delle specie più giocose. È stato dimostrato che il gioco produce benefici immediati e a lungo termine sul benessere dei suini. Giocando tra di loro, i maiali diminuiscono la tensione e l’aggressività e soffrono meno di stress, sviluppano le loro capacità socio-cognitive e possono affrontare più efficacemente situazioni stressanti. Sono stati seguiti gruppi di suinetti vissuti in ambienti ricchi di giochi e altri materiali fin dalla gabbia parto. Post-svezzamento e da adulti dimostravano atteggiamenti più giocosi e un minor grado di aggressività. In aggiunta, hanno affrontato con maggior serenità il periodo dello svezzamento (estremamente cruciale nell’allevamento suino).
Il gioco è parte integrante di un allevamento responsabile. Permettere agli animali di muoversi in libertà e poter sperimentare relazioni giocose con i loro pari favorisce il loro benessere e li rende capaci di adattarsi agli stress.