Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta sono solo alcune delle sigle che identificano i prodotti enogastronomici italiani.
Si tratta di certificazioni che consentono al consumatore di scegliere cosa portare sulla tavola e che generano un giro d’affari di 14,7 miliardi di Euro al consumo (+6,4% sul 2016), con un export di 3,5 miliardi di Euro.
Se da una parte ci indicano dove sono stati prodotti gli alimenti, dall’altro le certificazioni non forniscono alcun dettaglio utile a comprendere come siano stati allevati gli animali impiegati nella filiera agroalimentare.
Etichette sibilline
Contrariamente a quanto si possa pensare, in Italia il 90% degli animali allevati per produrre cibo vive in sistemi intensivi.
Tuttavia, la normativa impone che solo sulle uova sia obbligatorio indicare il sistema di allevamento sull’etichetta.
«L’indicazione geografica nell’etichetta non è una garanzia sufficiente per chi voglia fare delle scelte di consumo consapevole, in quanto non certifica il benessere animale – commenta CIWF, la maggiore organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento –. Allo stesso modo, altre diciture che vogliono sembrare rassicuranti, come “senza antibiotici”, non danno informazioni chiare sulle condizioni in cui gli animali sono stati allevati».
Il rischio, dunque, è quello di fornire al consumatore un’immagine edulcorata dei metodi d’allevamento.
Europei disposti a pagare di più
Eppure, secondo l’indagine di EuroBarometro condotta nel 2016, il 43% dei consumatori italiani si è detto disposto a pagare di più per prodotti maggiormente rispettosi del benessere animale.
«L’etichettatura secondo il metodo di allevamento è l’unico strumento che i consumatori hanno per scegliere un consumo consapevole, informato e più rispettoso degli animali – conclude l’associazione –. Per questo, abbiamo lanciato una campagna in cui chiediamo ai Ministri delle Politiche agricole e della Salute di avviare subito un processo per la definizione di un’etichettatura univoca, volontaria, specie-specifica secondo il metodo di allevamento».
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