Grazie ai dati acquisiti dal Sistema di Posizionamento Globale (GPS) e dalla rete sismica, un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha misurato i due andamenti sovrapposti del sollevamento del suolo e della sismicità nell’area dei Campi Flegrei nel periodo 2000-2020.
Lo studio, a cui hanno partecipato anche la Scuola Normale Superiore di Pisa e le Università di Buffalo, Tufts e Penn State (USA), ha rilevato un’accelerazione su scala decennale e oscillazioni periodiche.
Lo studio “Data analysis of the unsteadily accelerating GPS and seismic records at Campi Flegrei caldera from 2000 to 2020” è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports di Nature.
La caldera dei Campi Flegrei è interessata, fin dagli anni ‘50, da significativi movimenti del suolo, fra cui il lento bradisismo in corso da quasi vent’anni. Questo fenomeno è caratterizzato da una sequenza di episodi di deformazione accompagnati da incrementi nell’attività sismica.
L’obiettivo dello studio è stato quello di comprendere la rapidità del fenomeno bradisismico e la sua possibile evoluzione.
A tal fine i ricercatori hanno analizzato la velocità e l’accelerazione del sollevamento del suolo della caldera, il numero degli eventi sismici e la loro energia cumulativa anche comparando i dati registrati nel periodo 1983-2000 con quelli registrati nel periodo 2000-2020. Questa analisi ha permesso il riconoscimento di due andamenti temporali sovrapposti:
- un’accelerazione su scala decennale
- oscillazioni ricorrenti di varia frequenza.
«Le nostre analisi mostrano un aumento della velocità del sollevamento del suolo e un aumento della frequenza di accadimento dei terremoti a partire dal 2005. Il 90-97% del loro incremento è stato registrato dopo il 2011 e il 40-80% dopo il 2018» spiega Flora Giudicepietro, ricercatrice dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautrice dello studio.
Il sollevamento del suolo sta tuttora proseguendo e nel mese di ottobre 2022 presso la stazione del Rione Terra di Pozzuoli lo spostamento verticale rispetto ai valori registrati nel 2005 ha raggiunto circa 100 cm.
La ricerca pubblicata ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile.
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