Durante le sedute plenarie del Parlamento Europeo, tra il 20 e il 23 novembre, si discuterà del nuovo regolamento dell’Unione Europea sugli Imballaggi e i Rifiuti da Imballaggio (PPWR).
I punti più contestati sono il divieto del monouso (art. 22) e gli obiettivi di riutilizzo (art. 26).
Il nuovo regolamento intende vietare gli imballaggi monouso per condimenti nel settore alberghiero, della ristorazione e del catering. Ci si chiede cosa sostituirà le bustine di zucchero per il caffè! Ma la disposizione dalle conseguenze più gravi in questo ambito sarà il divieto di imballaggi di plastica monouso per prodotti ortofrutticoli freschi con meno di 1,5 kg di frutta e verdura: reti, sacchetti, vassoi, contenitori. Gli effetti sarebbero pesanti per le filiere produttive nazionali dell’agrifood e per i consumatori. Senza contare, oltre ai danni economici, anche lo spreco alimentare che finirebbe con il causare obbligando confezioni fresco superiori al chilo e mezzo.
Più danni che benefici?
Nel settore europeo degli imballaggi, il dibattito è stato molto acceso perché, se adottato nella sua forma attuale, il PPWR favorirebbe specifiche categorie di imballaggi a discapito di altre. Nello specifico, il riuso verrebbe avvantaggiato a discapito del riciclo.
Pro Carton, l’Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino, suggerisce che le misure riguardanti il settore vengano prese sulla base di studi scientifici. È verosimile pensare che ci siano soluzioni in cui l’imballaggio riutilizzabile abbia un miglior risultato ambientale e viceversa, a seconda delle esigenze specifiche dei consumatori.
Un recente rapporto di McKinsey intitolato “Il potenziale impatto dell’imballaggio riutilizzabile” evidenzia che le emissioni di CO2 sono 2,8 volte superiori rispetto a quelle dell’imballaggio in cartone e,il consumo di acqua dolce è 3-4 volte superiore per i requisiti aggiuntivi di pulizia.
Grazie agli investimenti in tecnologie moderne e green, l’industria è riuscita a ridurre le emissioni di CO2, del 24% tra il 2018 e il 2021.
Inoltre, il tasso di riciclo degli imballaggi a base di fibra è attualmente dell’82%, ovvero la percentuale più alta in assoluto se confrontata con gli altri materiali di imballaggio.
Michele Bianchi, Presidente di Pro Carton, dichiara: «Il Regolamento dell’Unione Europea è destinato a incidere profondamente sui del riciclo. Oltretutto non si può non tenere conto degli enormi sforzi che negli ultimi anni, a più livelli, sono stati fatti per diffondere la cultura del riciclo tra i cittadini».
Il rischio, infatti, è che le nuove regole sul riuso degli imballaggi contro il riciclo degli stessi uccidano la fiorente industria del riciclo che si è sviluppata nel nostro Paese.
«Tale proposta stravolge completamente la strategia finora utilizzata per la riduzione dei rifiuti di imballaggio passando dal principio del riciclo a quella del riuso” si legge in una lettera inviata a tutti i capigruppo dell’Europarlamento e firmata da una miriade si aziende e associazioni, dalla Coldiretti a Filiera Italia, dalle sigle sindacali fino alle cooperative.
«Il nostro Paese è diventato negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile e ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia è arrivato a quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite» continua la lettera.
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