Attorno alla città di Mestre sorge una cintura di fortificazioni risalenti agli ultimi decenni dell’Ottocento erette come anello difensivo nei confronti dell’Impero Asburgico per la protezione di Venezia sul lato della terraferma.
Inesorabilmente superate in breve tempo dai progressi delle artiglierie, oggi sono in concessione del Comune di Venezia.
Il forte di Carpenedo
Il Forte Carpenedo, ad esempio, è stato utilizzato, fino al secondo dopoguerra, come deposito militare e tutta l’area, fino a tempi recenti, era sottoposta al vincolo militare che prevedeva l’inaccessibilità da parte della popolazione e il divieto di qualsiasi alterazione; ciò ha permesso di preservare dalla compromissione ambienti molto rari nel nostro territorio.
Le falde acquifere esistenti, indispensabili per l’alimentazione del fossato circondariale, hanno favorito, infatti, lo sviluppo di ambienti umidi con eccezionali presenze naturalistiche, prime fra tutte varie specie di orchidee rare nella pianura veneta.
Orchidee selvatiche a un passo dalla città
La più precoce a fiorire, da metà marzo ai primi di aprile, è l’Orchidea minore (Orchis morio); alta una decina di cm ha un’infiorescenza breve con pochi fiori porporini e labello maculato. Complessivamente la popolazione è stata stimata in 120-150 esemplari.
In maggio esplode la fioritura dell’Orchidea palmata (Dactylorhiza incarnata); questa specie è ben evidente, con la sua densa infiorescenza cilindrica, lunga da 4 a 15 cm, ricca di fiori rosa intenso, violetti e alcune volte bianchi e con il labello che ha un disegno lineare evidente color porpora. È pianta robusta, con fusto rigido ed eretto, cavo all’interno, alto circa 20-60 cm; le foglie sono sempre senza macchie. Specie in pericolo e gravemente minacciata è ormai molto rara per la distruzione dei biotopi tipici a causa dei prosciugamenti e dei drenaggi. Nella pianura veneta è presente in piccole stazioni disgiunte. A Carpenedo si trova una consistente popolazione di alcune decine di individui.
Sempre a maggio fiorisce l’Orchidea acquatica (Orchis laxiflora), anche questa rarissima nella pianura veneta per lo stesso motivo della precedente. È un’orchidea elegante, con un’infiorescenza lassa composta da 7-12 fiori separati di un delizioso color porporino, con la base del labello più chiara; è alta circa 30-60 cm. Ha il fusto cilindrico e sottile, quasi interamente glabro; le foglie sono erette, lineari e acute. A Carpenedo è presente con una consistente popolazione di diverse centinaia di esemplari, che rappresenta una delle più abbondanti tra le pochissime e isolate stazioni note nella pianura veneta.
Ancora, in giugno, si può osservare l’Elleborina di palude (Epipactis palustris), il cui nome indica le sue preferenze ecologiche; ha fiori penduli, in un racemo a 8-20 fiori, che spesso si volge da un solo lato; i fiori hanno i tepali esterni brunastri, quelli interni bianchi con il labello venato di rosso chiaro; possiede un fusto alto circa 20-50 cm, con foglie alterne non fitte, allungate, da ovali a lanceolate. Specie in pericolo, gravemente minacciata, a Carpenedo è presente con una notevole colonia, stimata in oltre quaranta esemplari.
A queste si aggiunge la Listera maggiore (Listera ovata) che cresce nelle zone di mezza luce ai margini delle boscaglie; ha un’infiorescenza formata da 20-80 fiori, piccoli, di colore verde giallastro, poco appariscenti che la rendono una delle meno vistose tra le orchidee; più evidenti sono invece le due foglie ovali opposte che sono alla base del fusto da cui il nome specifico; nella pianura veneta è sporadica in biotopi boschivi di tipo mesofilo.
La presenza certa di queste specie di orchidee selvatiche risulta particolarmente significativa per un’area periurbana, inserita in caotiche e irrazionali infrastrutture viarie ben definite e imponenti a grande impatto.
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