24 Agosto 2016, alle 3:30 del mattino la popolazione della Valle del Tronto viene svegliata e travolta da una scossa di magnitudo 6 sulla scala Mercalli. Un evento che ha lasciato un profondo segno nella storia del nostro paese, ma che ha messo in luce la capacità e la velocità di reazione di tutti gli enti che si sono recati nelle zone colpite per portare assistenza. Fra questi l’ ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) ha deciso di fare la sua parte e intervenire in aiuto degli animali rimasti vittime del terremoto.
Abbiamo intervistato Giovanni Ferrara, Medico veterinario e dirigente delle operazioni dell’unità di pronto intervento dell’ ENPA.
Quale contributo sta dando il vostro Ente nelle zone terremotate?
“Ci siamo insediati sull’area con due presidi, uno a Torrita e uno ad Amatrice. Nel primo abbiamo creato un piccolo insediamento dove abbiamo provveduto a somministrare cibo ad animali di piccola taglia e da reddito, sotto il controllo della protezione civile. Sempre da questo sito siamo partiti con automezzi dell’ ENPA, andando a consegnare cibo alle persone che ne manifestavano necessità. Nel sito di Amatrice, invece, è presente un vero e proprio presidio veterinario, coordinato dalle unità cinofile dei vigili del fuoco. Da qui ci siamo occupati di fornire trappole per gatti rimasti all’interno delle proprietà e successivamente riconsegnati ai proprietari e di fornire assistenza veterinaria, sia agli animali portati in salvo dalla zona rossa, che a quelli gestiti dalle unità cinofile stesse”.
Al momento del vostro arrivo che situazione avete trovato?
“Quando siamo arrivati abbiamo trovato alcune associazioni che fornivano già il loro supporto. Tuttavia l’ ENPA ha creato in passato un’unità di emergenza nazionale, adibita a questo tipo di situazioni, formata da persone qualificate e mezzi adeguati. Siamo così diventati un punto di riferimento per i vigili del fuoco e per la protezione civile.”
Hanno aderito molti volontari?
“Si, attualmente sono circa 40 i volontari che si sono affrettati a venire da tutta Italia”.
Dopo due settimane dal terremoto come è il bilancio?
“Attualmente è sicuramente positivo (più di 300 animali assistiti – ndr), stiamo inoltre chiudendo la fase di approvvigionamento cibo e stiamo procedendo a consegnarlo alla ASL, che si occupa di distribuirlo”.
Oltre agli animali domestici e da reddito vi siete occupati anche di animali selvatici?
“Fortunatamente nessun animale selvatico è stato rintracciato nella zona. Se così fosse stato avremmo contattato gli organi competenti che si occupano di fauna selvatica. Gli unici animali particolari sono state delle tartarughe, tutelate dalla CITES (Convention on International Trade of Endangered Species – ndr), che sono state consegnate al corpo forestale dello stato”.
Quanto rimarrete ancora sul campo?
“Prevediamo di lasciare il presidio del campo di approvvigionamento alimentare e conservare quello di Amatrice per dare ulteriore assistenza alle unità cinofile, che attualmente si sono ridotte da sette a tre. Si prevede lo spostamento delle macerie e troppi mezzi potrebbero intralciare le successive operazioni. Restiamo dunque attivi con il nostro presidio veterinario e prevediamo di farlo fino a sabato prossimo”.
Al di fuori dei volontari, chiunque volesse dare una mano cosa può fare?
“Contattare la sede centrale di Roma, dove i nostri coordinatori potranno fornire indicazioni in merito”.
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