Spesso il richiamo delle cince e di altri piccoli uccelli canori dei boschi è uno dei pochi segnali di vita nelle foreste alpine coperte dalla neve.
A volte, guidati dal loro suono, si scorge qualche sagoma in movimento in alto tra i rami, che presto svanisce tra la vegetazione. Ci sono, però, luoghi dove gli uccelli sono diventati molto confidenti con l’uomo, come nel caso della Val Roseg, nella Svizzera dell’Alta Engadina, a pochi chilometri dal confine italiano. Qui i minuscoli volatili hanno perso ogni paura: in presenza di un’offerta di cibo, anche minima, arrivano a pochi metri dai visitatori, posandosi addirittura su di loro.
Il motivo di questo comportamento, molto più marcato in inverno quando fa freddo e le risorse sono poche, è la consuetudine decennale, da parte dei visitatori di questa valle, di portare cibo ai piccoli uccelli dei boschi. Gli animali si sono abituati e regalano uno spettacolo che in un’area così vasta e selvaggia dell’arco alpino non ha eguali.
Nel bosco ai piedi del ghiacciaio
Il luogo è, infatti, molto ben conservato. Anche se si trova a pochi chilometri dalla località sciistica di Saint Moritz, quest’angolo di Engadina non ha mai conosciuto piste da sci, grandi alberghi o ampie strade. L’unica struttura recettiva della valle è l’albergo Roseggletscher, che prende il nome dal ghiacciaio alle sue spalle, tra le vette del Bernina. L’hotel si raggiunge solo con slitte trainate da cavalli che partono dalla stazione di Pontresina e salgono lentamente tra gli abeti della foresta del fondovalle. Una volta arrivati a destinazione, nella piana circondata dalle vette del Roseggletscher, basta scendere di qualche centinaio di metri lungo il sentiero in direzione del bosco sottostante per cominciare a incontrare gli uccelli, subito incuriositi dalla presenza dei visitatori.
Cince curiose e… golose!
Le cince alpestri, qui particolarmente abbondanti, sono di solito le prime a farsi vedere. Scendono dai rami alti degli alberi e osservano incuriosite le persone, pronte a cogliere ogni movimento associato al cibo. Bastano poche nocciole sbriciolate perché diventino subito amiche: in pochi secondi arrivano a posarsi sulle mani. Anche se lungo il sentiero sono presenti alcune mangiatoie è importante portare con sé noci, nocciole e semi di girasole.
Volendo fare una classifica del livello di “sfacciataggine”, potremmo mettere al primo posto la cincia alpestre, che si posa anche sulla testa di chi le offre del cibo, seguita dalla più prudente cincia mora, e poi dalla cincia dal ciuffo, dalla cinciallegra e dal fringuello, che di solito rimangono un po’ più in disparte tra i rami. Non ci vuole molto prima che compaiano anche picchio muratore e nocciolaia e a volte anche gli scoiattoli rossi. Nella foresta si possono vedere anche altri volatili, come il regolo, il picchio rosso maggiore e il rampichino, che però non sono molto interessati al cibo offerto dai visitatori.
Spesso si dice che fornire cibo agli animali in natura sia sbagliato, affermazione del tutto vera, perché gli animali diventano dipendenti dall’uomo e dai suoi capricci per il nutrimento. Questo della Val Roseg, però, è un caso particolare e ben collaudato. La presenza di molti visitatori educati e bene informati garantisce semplicemente una buona integrazione al menù dei piccoli uccelli del bosco nei mesi invernali, quando per loro è più difficile trovare risorse.
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