Il bontebok africano (Damaliscus pygargus pygarus) è un’antilope di taglia media, caratterizzata da sfumature scure sul fianco del mantello e dai “calzetti” bianchi sulle zampe. È autoctona del Sudafrica e del Lesotho. A un certo momento della storia, ne erano rimasti al mondo solo 17 esemplari viventi, ma ora – conferma Matt Miller su The Nature Conservancy – la specie “se la passa decisamente meglio”.
Tra i fattori che ne hanno decretato la salvezza, c’è un pregio/difetto della specie: il bontebok non sa saltare! A differenza del cugino springbok, per esempio, che può compiere balzi di oltre 4 metri in altezza. Il bontebok, invece, non riesce neppure a saltare una piccola recinzione.
Quando in Sudafrica arrivarono i colonizzatori europei, nel 1650, fecero strage di animali selvatici per ricavarne carne da alimentazione. Tra questi, il bontebok. All’inizio del 1800, infatti, ne sopravviveva solo un branco di 17 esemplari custoditi nel recinto di una fattoria vicino a Città del Capo, di proprietà di Alexander van der Bijl.
Poiché i bontebok non riuscivano a fuggire dal recinto, non vennero neppure decimati dai cacciatori e, poco alla volta, raggiunsero il numero di 300 esemplari. Ci volle poi l’istituzione nel 1931 del Bontebok National Park per dare all’animale un luogo selvatico in cui vivere allo stato brado.
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