Sarà perché invecchio, ma la voglia di accumulare mi è passata da tempo. Poco alla volta ho sentito la necessità di ritrovare una dimensione dignitosa, di non permettere che i miei giorni assomigliassero a una brutta vita infarcita di stress, oggetti inutili, rivalità, cinismo, ipocrisie. Ho compreso che per farmi bene dovevo togliere qualcosa, procedere per sottrazione.
Sarà perché invecchio, ma vorrei sempre più somigliare a quegli uomini, pochi, pochissimi per la verità, gentili e appassionati, protetti tra i loro affetti sicuri, che rifuggono da ogni consenso insincero, da ogni celebrazione. Vorrei sempre più somigliare a quegli uomini che hanno saputo rinunciare al profitto perché sono irriducibili a compromessi spregevoli e inaccettabili, non solo per la propria integrità di uomini, ma per la loro insostenibilità sociale e ambientale.
Sarà perché invecchio, ma se la notte sogno, sogno di essermi trasformato in un tesoriere di valori umani umiliati, in un Paese (forse dovrei scrivere in un mondo) dove chi si nasconde non esiste. Questo vorrei insegnare ai giovani: sottrarsi, per esserci in modo più profondo.
Sarà perché invecchio, ma la discrezione mi appare sempre più come una virtù rarissima. Un tempo, i miei eroi erano gonfi d’alterigia, oggi guardo con ammirazione quegli uomini che si sono saputi ritagliare un pacifico angolo d’ombra. Ciò che mi affascina è la loro timidezza. Qualità che sembra del tutto scomparsa. La timidezza di chi apre la porta per fare passare gli altri, con un quasi invisibile levare di cappello e col sorriso.
Sarà perché invecchio, ma mi domando: come farà questo Paese (forse dovrei scrivere mondo) frenetico e arrogante a ricordare chi non è mai stato molesto e anche nelle ultime file è contento? Noi, noi che non siamo più abituati all’eleganza di chi non è mai in credito e non alza mai la voce.
Che dite, invecchio?
© RIPRODUZIONE RISERVATA La riproduzione è consentita esclusivamente con la seguente citazione: rivistanatura.com