Il WTO (World Trade Organization) ha deliberato che le regole Usa per l’etichettatura “dolphin-safe” sulle scatolette di tonno contrasta con le leggi internazionali sul commercio, dando ragione al Messico in una disputa che si protrae ormai da anni. La sentenza dà ragione al reclamo del Messico contro le rafforzate regole statunitensi sull’etichettatura, che discriminerebbero il tonno messicano non considerandolo “dolphin-safe”, a differenza del tonno proveniente da altri Paesi.
Il Messico lamenta che le regole sull’etichettatura “dolphin-safe” hanno impedito alla sua industria ittica di accedere liberamente al mercato statunitense del tonno d’importazione, valutato in circa 680 milioni di dollari nel 2014. Il Messico ha una quota del 3,5% di questo mercato.
La disputa nasce dal fatto che i tonni pinne gialle nell’Est dell’Oceano Pacifico tropicale, dove operano le flotte di pescherecci messicani, nuotano assieme ai delfini. Milioni di delfini sono rimasti uccisi prima che gli sforzi internazionali per la loro protezione portassero all’istituzione dei regolamenti e mettessero degli osservatori a bordo dei pescherecci per monitorare la pesca. Secondo il Messico, l’uccisione di delfini è ora ridotta a livelli minimi, ma gli Stati Uniti controbattono che è ragionevole fare una distinzione in etichetta tra prodotti derivanti da diverse tecniche di pesca, come quelle con reti pelagiche.
E, secondo l’Earth Island Institute, che lavora sulla certificazione “dolphin-safe” del tonno, la delibera del WTO pone il commercio al di sopra dell’ambiente.
di Luca Serafini
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