Negli Stati Uniti il 20% della produzione agricola finisce direttamente in discarica. Il motivo? La frutta e la verdura imperfetta sono considerate troppo brutte per essere vendute. Un controsenso enorme, in un periodo come questo dove il cosiddetto “cibo naturale” sta assumendo una posizione sempre più di rilievo.
Contro questo spreco – che ha anche un impatto ambientale non secondario – è nata la start up statunitense imperfect produce, che punta a superare l’assurda dicotomia per cui, in cucina, ciò che è buono deve anche essere bello.
Il risparmio, per chi sceglie frutta e verdura “brutta”, è notevole: gli ortaggi bitorzoluti e dalle forme irregolari finiscono sul mercato con un prezzo del 40% inferiore.
Ora non resta che attendere che anche la grande distribuzione inizi ad accettare il cibo “brutto”.
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