Predico bene ma razzolo male: dopo aver consigliato ai miei lettori ciclisti di stare a casa e di non uscire in bicicletta quando il termometro scende a tre gradi, eccomi sul sellino a sfidare il gelido Buran. La prospettiva di passare una noiosa domenica in casa, oscillando dal divano della televisione alla scrivania del pc, mi ha convinto ad affrontare la sfida con il freddo.
I paesaggi di Guareschi
Sono partito alla volta di Brescello (RE): la mitica patria di Peppone e Don Camillo. Lascio nell’album dei cari ricordi i due leggendari personaggi, ma vi decanto le lodi di questa zona, dominata dall’imponente presenza del Po. Si tratta di una vera cuccagna per i ciclisti. Questa fetta pianeggiante di Emilia è percorsa da innumerevoli ciclabili che attraversano distese infinite di pioppi, costeggiando il Po e i suoi numerosi affluenti che scendono dall’Appennino. Gualtieri e Guastalla, e più in là San Benedetto Po, ostentano il loro antico fasto con innumerevoli monumenti storici. Lungo le ciclabili e le stradine di traffico non c’è neanche l’ombra.
Prendo questa esperienza come scusa per suggerirvi qualche banale consiglio per affrontare le giornate ventose in bicicletta.
Iniziate controvento
Potendo decidere l’itinerario e avendo capito la direzione del vento, all’andata conviene pedalare controvento, faticando come cani, e riservarsi, per il rientro, il gusto del vento in poppa. Se non si ha la possibilità di scegliere e si parte con l’aiuto del flusso d’aria che spinge, prima di percorrere troppi chilometri, è meglio voltarsi e pedalare qualche metro controvento, per rendersi conto di cosa si dovrà affrontare sulla via del ritorno. Facendo una media molto generica, la differenza tra avere il vento a favore o contro è dell’ordine di 10/15 Km/h.
Col vento in faccia, stando sdraiati sulla bici e con le mani appoggiate sui corni bassi del manubrio, si raggiunge qualche chilometro all’ora in più e un maggior controllo. Ovviamente il collo non trarrà gran beneficio da questa posizione e sarete molto penalizzati nella possibilità guardarvi intorno.
Occhio al vento di traverso
Il vento laterale può giocare gran brutti scherzi! Ne saranno maggiormente disturbati i ciclisti che usano bici da corsa molto carenate e con ruote in carbonio dal profilo alto. Ma in ogni caso è fondamentale tenere sempre entrambe le mani sul manubrio e stare concentrati e vigili. Per bere o rispondere al cellulare è più prudente fermarsi. Percorrendo dei tratti ridossati dalle case di un paese, da un muro o da una quinta di vegetazione, fate attenzione perché non appena s’interrompe tale protezione, lo scarto che viene impresso alla ruota anteriore è impressionante e può essere fatale all’equilibrio.
Non riducete troppo la velocità
Con venti estremamente violenti, in salita, nei tornanti, dove varia continuamente il flusso d’incidenza dell’aria, la bassa velocità può far perdere facilmente la stabilità e si può finire per terra, al contrario, in discesa, non abbiate troppa paura: l’alta velocità servirà a stabilizzare la bicicletta.
Tornando a quella gelida domenica, in compagnia del nuovo amico che i meteorologi avevano appena presentato – Buran – di ciclisti e di pedoni non ne ho proprio incontrati. Tanto da sentirmi un piccolo eroe o forse un grande coglio… Però io, ben coperto e con bocca e naso imbavagliati, non ho preso nemmeno il raffreddore!
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