Come noto tutte le specie di uccelli rapaci presenti in Italia sono protette, ai sensi della legge n.157/92, che regolamenta, tra l’altro, la caccia. Peraltro sino agli anni ’70 del secolo scorso queste stesse specie, assieme a tutti gli altri predatori come lupo, orso, donnola o faina erano al contrario cacciate in tutti i modi in quanto ritenuti “nocivi”.
Nonostante ciò e nonostante la ratifica dell’Italia a tutte le convenzioni internazionali per la protezione della fauna e della biodiversità, tra cui la famosa “Direttiva Uccelli” della UE 79/409/CEE, ancora oggi molte specie di uccelli, tra cui in particolare quelle di rapaci diurni, sono oggetto di predazione dai nidi e traffico illegale, soprattutto per alimentare quella parte più retriva della falconeria, sia italiana che estera.
Per questo ci ha fatto particolarmente piacere l’operazione portata a termine in Sicilia dai Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Palermo e dei Carabinieri del Comando Stazione di Porto Empedocle (AG).
Infatti sull’isola lo scorso aprile i militari dell’Arma riuscivano a sequestrare e mettere al sicuro due piccoli della rarissima Aquila di Bonelli (Aquila fasciata), appena predati dai bracconieri sul nido, identificando anche i delinquenti.
Aquila di Bonelli: in Sicilia 60 coppie
La Sicilia ospita, al momento, l’unica popolazione nidificante ben strutturata presente in Italia di Aquila di Bonelli, che consta di circa 60 coppie. Fino a qualche anno fa questa popolazione era oggetto di un forte prelievo di nidiacei e uova che stava causando la forte riduzione di questa popolazione. Grazie alle attività di conservazione, portate avanti nei decenni passati dalle associazioni ambientaliste tra cui la LIPU e oggi dal progetto europeo LIFE CONRASI e dai volontari del Gruppo Tutela Rapaci, ed all’impegno dell’Arma dei Carabinieri, questa popolazione è negli anni aumentata, anche se la pratica di predazione dei nidi non è ancora del tutto scomparsa. I due aquilotti, la cui scomparsa dal nido era stata immediatamente segnalata dai tecnici siciliani al Raggruppamento Carabinieri CITES di Roma, sono stati fino a qualche giorno fa ospitati presso il Centro di Recupero Regionale Fauna selvatica di Ficuzza (PA), dove, sotto stretto controllo veterinario, hanno completato la loro crescita e provato i primi voli nella grande voliera della struttura, sempre tenuti isolati dall’Uomo al fine di evitare fenomeni di imprinting.
Grazie alla collaborazione tra ISPRA, Regione Siciliana, Regione Sardegna, CRAS di Ficuzza e Carabinieri Forestali è stato possibile trovare una nuova destinazione per questi esemplari e per provarne il loro reinserimento in natura.
Ecco dunque che il 19 giugno 2022 i due giovani esemplari, presumibilmente fratelli, sono stati trasferiti in Sardegna, dove dal 2018 è in corso un progetto europeo (Aquila a-LIFE) finalizzato alla reintroduzione della specie, che è finalmente tornata anche in quest’isola dove si era estinta intorno agli anni ‘90.
Adesso le due aquile, in condizioni fisiche ottimali, sono state inserite nella grande voliera di ambientamento presso Bosa, dove nei giorni precedenti sono state già liberate 5 giovani Aquile di Bonelli provenienti dalla Spagna ed ancora presenti nell’area, dove è attivo un carnaio di alimentazione e dove vengono monitorate ogni giorno. Qui le due aquile siciliane, seguendo l’ormai consolidato protocollo di rilascio, saranno infine radiomarcate e poi liberate, dopo circa 3 settimane di permanenza in voliera, per tornare alla vita selvatica alla quale erano state sottratte a causa del loro valore economico nel mercato nero.