Giorni fa l’organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha annunciato che il 2015 è stato il primo anno nella storia dell’umanità in cui la presenza di anidride carbonica in atmosfera ha superato stabilmente la soglia di 400 parti per milione.
Un record di cui non andare fieri: mai si era arrivati a tanto e ci vorranno generazioni prima che si ristabiliscano i livelli precedenti. Ma cosa cambia rispetto agli anni precedenti?
I 400 ppm di CO2 erano stati già raggiunti in epoche passate, per alcuni mesi e in precisi punti del globo. Tuttavia, mai si era giunti a questa cifra riferita a una media costante a livello globale. Significa che la concentrazione di anidride carbonica nell’aria su tutto il pianeta ha ormai superato una soglia giudicata critica, che non subirà ridimensionamenti negli anni a venire. Complice la corrente oceanica El Niño che, come è noto, giustifica le bizzarrie del clima a livello mondiale ogni volta che si instaura.
Che ruolo ha El Niño
Il flusso correntizio di El Niño si verifica fra le coste del Sudamerica e quelle australiane: l’upwelling, ovvero la risalita di acqua fredda dai fondali oceanici, si interrompe, determinando un innalzamento delle temperature marine superficiali che si ripercuotono in ogni regione. Ma le brutte notizie non finiscono qui. Stando infatti alle ultime analisi diffuse dall’Onu, l’ultimo anno è stato il più caldo della storia. La temperatura media è risultata più elevata di 0,89°C rispetto alla media del Novecento.
Il futuro non incoraggia, anche perché tutti i tentativi per ridimensionare il livello di diossido di carbonio nell’aria non sono andati a buon fine. Ma la questione è aperta. C’è infatti chi dice che l’uomo non c’entri nulla. E che periodicamente la temperatura cresce causando l’innalzamento del livello marino e lo scioglimento dei ghiacci. Ai posteri l’ardua sentenza.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com