Siamo soliti citare il nostro Belpaese quasi esclusivamente per esempi negativi. Invece, in questo caso, va sottolineato un primato tutto italiano in termini di riciclaggio: quello delle batterie al litio parte infatti, proprio dall’Italia. Ad accogliere questa sfida saranno l’Istituto di chimica dei composti organometallici del CNR, e Cobat, Consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo, che da oltre 25 anni è impegnato in prima linea nel recupero di pile e accumulatori.
L’obiettivo oggi è quello di trovare una tecnologia affidabile ed ecosostenibile per il trattamento di questa tipologia di batterie presente nei dispositivi elettronici portatili come smartphone, tablet e pc e perfino nelle tanto decantate auto elettriche.
Il Consorzio ha affidato ufficialmente all’Istituto uno studio di fattibilità per individuare un processo di trattamento e riciclo degli accumulatori al litio esausti e quindi recuperare i metalli e i componenti contenuti. Si tratta di batterie estremamente delicate, il cui elemento base è altamente infiammabile, in particolar modo in presenza di acqua. “Vogliamo dare una risposta oggi alla sfida ambientale del futuro”, ha dichiarato Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, “dal 2001 al 2013 l’uso di batterie al litio è quasi decuplicato. Tutti noi le abbiamo in tasca, dentro i nostri smartphone. E le avremo sempre di più nelle nostre auto, visto che alimentano le vetture ibride ed elettriche, e in generale nei sistemi di accumulo di energia. Eppure, al mondo, non esiste ancora un sistema sicuro per riciclare questo tipo di batterie“. Ma occorre ricordare che i prodotti che noi utilizziamo con tanta leggerezza oggi saranno, purtroppo, i rifiuti di domani e ciò che occorre, è poterli trasformare in risorse.
[sc:AlessiaSironi ]
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