Nella patria del buon cibo per antonomasia gli italiani sono sempre più attratti prodotti etnici e piatti pronti.
A dirlo sono i dati del Rapporto Coop 2016, che mostrano come il consumo di piatti stranieri sia in costante crescita. Rispetto allo scorso anno, infatti, la spesa degli italiani per i prodotti etnici ha fatto registrate +8,3%.
Altra voce in importante crescita è quella della spesa in favore di pietanze già preparate e solo da scaldare, che ha fatto registrate un +5% rispetto ai dati dell’anno precedente.
Chi è il consumatore tipo
Il Rapporto Coop traccia anche il profilo del consumatore tipo di cibo etnico: sono prevalentemente donne (rappresentano, infatti, il 52,5% degli acquirenti) e vivono nelle regioni del Nord.
I dati del report, inoltre, fotografano un’Italia spaccata in due: al Nord il 45,8% degli intervistati dichiara di consumare abitualmente cibo fusion, contro il 20,2% degli abitati del Centro che, invece, restano fedeli ai piatti della tradizione culinaria italiana. Al Sud, infine, il consumo regolare di questo tipo di preparazioni riguarda il 34% della popolazione.
Complessivamente, oltre l’84% degli intervistati ha dichiarato di avere assaggiato cibo straniero almeno una volta nell’ultimo anno e il 57,7% concorda sul fatto che il proprio consumo di questo tipo di preparazioni è cresciuto negli ultimi 5 anni.
È grazie al passaparola che si arriva a conoscere nuovi cibi, come ha dichiarato il 50,4% del campione, che ha riferito di aver assaggiato il cibo etnico grazie al consiglio di parenti e amici.
Per la preparazione delle ricette, invece, la metà degli intervistati si affida al web, dove trova tutti i consigli utili.
Vendita di zenzero e integratori alle stelle
La passione degli italiani per i nuovi cibi ha portato all’aumento del 141% della vendita zenzero. Anche la richiesta di curcuma è quasi raddoppiata, arrivando a segnare +93%.
Cresce anche la richiesta degli italiani per integratori e sostituti dei pasti: il nostro Paese è il primo consumatore di questi prodotti a livello europeo con un giro d’affari di 5,5 miliardi di euro all’anno, +7,7% rispetto al 2015.
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