John Gould (1804-1881) fu uno dei più importanti ornitologi dell’epoca vittoriana. Le sue opere monografiche, riccamente illustrate con splendide immagini, realizzate con tecniche miste, sono tuttora celebrate come alcune delle più belle pubblicazioni naturalistiche della sua epoca. Il suo grande talento lo aiutò a ottenere un notevole riconoscimento in campo scientifico, nonostante le sue umili origini. Gould era infatti figlio di un giardiniere impegnato a Windsor e in altre tenute reali e sembrava destinato a seguire le orme del padre. Ma grazie ad anni di studio e dedizione sviluppò un ottimo talento sia nella tassidermia sia in campo artistico. Nondimeno si dedicò anima e corpo agli studi di zoologia, con una particolare attenzione dedicata al mondo degli uccelli. Ad aiutarlo in molte sue opere ci fu la moglie Elizabeth, talentuosa illustratrice, e altri artisti dell’epoca tra cui il celebre Edward Lear; questa rete di collaborazioni gli permise di pubblicare testi illustrati di zoologia di rara bellezza. Nel 1827 venne nominato curatore del museo della Zoological Society di Londra.
Gould venne a contatto con i più grandi scienziati dell’epoca e fu un fidato consulente di Charles Darwin. Il padre dell’evoluzionismo, di una decina d’anni più giovane di Gould, al ritorno dal suo viaggio attorno al mondo sul Beagle non aveva ancora sviluppato la sua teoria più importante e rivoluzionaria. Nondimeno il suo viaggio avventuroso gli aveva donato non poca notorietà negli ambienti accademici. Darwin era uno scienziato estremamente aperto alle collaborazioni con i colleghi e, per farsi aiutare nel riconoscimento di molti animali raccolti nel corso della spedizione, si rivolse proprio a John Gould. In effetti, questa collaborazione avrebbe contribuito alla nascita della più importante teoria della biologia moderna: Gould esaminò con attenzione un gruppo di uccelli raccolti da Darwin sulle Galapagos e si accorse che la forma del becco variava a seconda dell’isola di provenienza. Pure essendo simili nell’aspetto esterno infatti, gli uccellini avevano becchi molto diversi, che si differenziavano a seconda della dieta. Ogni isola delle Galapagos ha infatti le sue caratteristiche ambientali peculiari: ce ne sono di aride, altre sono lussureggianti e il cibo a disposizione per gli uccelli che vi risiedono varia molto. Gould notò che c’erano becchi specializzati in semi piccoli o grandi, in insetti o in bacche. Ogni isola aveva la sua specie, ognuna con il suo becco particolare. Quelle dodici specie vennero in seguito soprannominate “i fringuelli di Darwin”, anche se in realtà fringuelli non erano: si trattava sì di passeriformi, che però oggi sono inclusi nella sottofamiglia Geospizinae e quindi non stretti parenti dei veri fringuelli. Vent’anni dopo, lo stesso Darwin avrebbe sottolineato l’importanza di questi animali, che avevano chiaramente un antenato comune e che si erano specializzati all’ambiente di ogni isola nel corso dell’evoluzione (si parla in questi casi di radiazione adattativa). Ed è divertente notare come questi animali destarono originariamente ben poco interesse nel giovane Darwin. Dobbiamo infatti proprio a Gould il merito non solo di aver identificato le specie diverse, ma di aver controllato l’origine geografica di ogni singolo uccellino: il padre dell’evoluzionismo non si era curato di scrivere sulle etichette dei campioni le isole di provenienza, ma per fortuna altri partecipanti alla spedizione del Beagle furono più attenti e segnarono anche l’origine di ogni esemplare, regalando così alla storia l’esempio più iconico del grande racconto dell’evoluzione.
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