Nel corso di un importante incontro istituzionale, organizzato da AssoDistil (Associazione Nazionali Distillatori), presso una sede della Camera dei Deputati a Roma, incentrato sulla sostenibilità della filiera distillatoria è intervenuto il Presidente del Gruppo Caviro, Carlo Dalmonte.
Nel suo intervento intitolato “Dal Grappolo al Campo” – tenuto nell’Aula dei Gruppi Parlamentari (una sede distaccata della Camera dei Deputati inaugurata per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia) – il Presidente Dalmonte ha illustrato nel dettaglio il modello di circolarità del Gruppo Caviro, che comprende l’attività di recupero e valorizzazione degli scarti delle filiere agroalimentari, oltre a sfalci e potature. Da questo processo si ottengono prodotti nobili che tornano al mercato come materia prima, energia elettrica, energia termica e biocarburanti, in un ciclo in cui tutto si rinnova e si trasforma.
Nell’incontro moderato dal giornalista Rai Marco Frittella, oltre al Presidente Dalmonte, sono intervenuti Filippo Gallinella, presidente Commissione Agricoltura Camera dei Deputati; Flavio Santoro, responsabile Lifegate Roma; Antonio Emaldi, presidente AssoDistil; Sergio Lombardini, Biotech Director Eni Versalis.
Oggi il sistema circolare Caviro è molto integrato, parte dal concetto che all’interno dell’uva c’è una grande miniera che non finisce mai di dare prodotti, che dagli scarti si genera una nuova vita. Il sistema Caviro nella propria sede di Faenza (Caviro EXTRA più Enomondo) recupera un totale di circa 555.000 tonnellate di ingresso, una parte importante proviene dalla propria filiera vitivinicola, quindi feccia e vinaccia, che vengono trasformate in prodotti ad alto valore aggiunto, come come alcol, acido tartarico, colorante naturale e polifenoli, succhi e mosti. Ma anche sfalci e potature del verde pubblico e sottoprodotti delle filiere agroalimentari. Il Gruppo Caviro li trasforma in energia – energia elettrica, energia termica, energia per rendere autosufficienti tutti gli stabilimenti del Gruppo Caviro, mentre la parte eccedente di energia per il 65% viene ceduta alla rete nazionale. Ma anche biometano, immesso nella rete SNAM, che confluisce direttamente ai distributori.