Sempre più persone oggi giorno praticano attività all’aria aperta, come per esempio l’esplorazione di boschi, aree ripariali dei fiumi o litorali costieri e l’odierna pressione del Covid-19 ci ha colto impreparati ma ha accelerato in noi il bisogno di ritrovare un più stretto rapporto con la Natura. In questo nuovo scenario un percorso di hiking è un momento per contemplare paesaggi, colori e risvegliare quelle percezioni sensoriali che l’uomo ha quasi perduto.
Il tatto, la vista e l’udito in particolare sono i nostri sensi più anestetizzati dal logorio di una vita tecnologica e frenetica. Gli uccelli divengono straordinariamente importanti in questa ricerca di benessere che trae spunti dalla correlazione tra la voce umana e le vocalizzazioni dell’ornitofauna.
La musicoterapia che cerca connessioni tra i suoni della Natura e quelli di origine antropica trova in diversi studi il giusto supporto scientifico, come ha dimostrato il professor Simon Fisher, direttore dell’Istituto di Psicolinguistica a Nimega, nei Paesi Bassi, che ha dimostrato in una sua pubblicazione che gli uccelli e gli uomini hanno in comune più di 50 geni correlati al linguaggio e all’apprendimento vocale.
Anche Darwin, studiando il canto degli uccelli in “L’origine della specie”, riportando il pensiero di un altro naturalista, D. Barrington, scrisse: «I primi esperimenti di canto possono essere paragonati allo sforzo di balbettare di un bambino».
La voce degli uccelli
La bio-linguistica e la bio-musicologia lavorano per comprendere quale sia l’anello di congiunzione delle abilità umane e animali.
L’intuizione che la biologia e la musicologia potessero, insieme, approcciare un discorso così esteso e dibattuto ha portato a un livello di conoscenza stratificato e profondo. L’ipotesi è che gli uccelli e gli uomini condividano la sintassi della strutturazione del linguaggio, come accade con la cinciallegra orientale (Parus minori), che riesce a esprimere significati differenti combinando diversamente le note, o come il nostro usignolo (Luscinia megarhynchos) capace di costruire note e melodie davvero articolate, o lo storno (Sturnus vulgaris) con capacità imitative straordinarie.
Uno scenario bioacustico che ci conduce sulla strada disegnata dal professor Shigero Miyagawa, che illustra l’esistenza di una struttura gerarchica del linguaggio umano frutto della combinazione tra il linguaggio espressivo (canti e richiami di animali) e le combinazioni lessicali, peculiari dell’uomo.
L’invito è di trasformare una semplice passeggiata nella Natura in un percorso emozionale, dove riscoprire la forte intimità che ci lega a essa.
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