Oggi è finalmente il mio giorno libero. Dopo una serie di giorni, notti e weekend passati a lavorare ho davvero bisogno di un giorno in cui posso staccare la spina. Naturalmente non è mai un giorno libero, perché ne approfitto per fare tutte quelle cose che non riesco a fare quando sono al lavoro. Lavare, stirare, pulire, andare all’Esselunga diventano gli imperativi del mio giorno libero. Vivere da solo ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Mentre sto passando il moccio sul pavimento del bagno, mi chiama mia zia per invitarmi a pranzo da lei. Non appena mi ha detto che avrebbe fatto le lasagne, le mie esitazioni si sono volatilizzate e ho accettato prontamente l’invito. Finito il lauto pranzo, che forse assomigliava più a un pranzo natalizio data l’abbondanza in porzioni e portate, propongo alla zia di portare fuori il cane e fare una passeggiata per l’isolato. Mia zia tutta entusiasta prende borsetta, giacca e guinzaglio di Zagor, il suo setter irlandese.
Lungo il tragitto di ritorno, mia zia mi chiede se possiamo fermarci dalla sua amica Carla, che ha un problema con il gatto. Dopo quelle lasagne buonissime, non sono riuscito a dirle di no (e lei lo sapeva in fondo) e andiamo a casa della sua amica.
La signora Carla è una simpatica donna sulla sessantina e vive in una vecchia cascina ristrutturata e messa a lucido, davvero bella. “Stefano, nel mio cortile accudiamo un gatto che da luglio ha un’escrescenza lunga quanto un dito e rossa che fuoriesce dall’ano” mi dice versandomi il caffè che ci ha gentilmente offerto. Io basito le chiedo come mai non hanno fatto nulla e non lo hanno portato dal veterinario per prima cosa. Carla, prendendo la zuccheriera dalla mensola, mi risponde: “Guarda che abbiamo fatto qualcosa, gli abbiamo cambiato il nome…ora si chiama salsiccia!”.
Dopo una risposta del genere, il caffè mi è andato di traverso.
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