Il binomio estate-Sardegna è fin troppo facile da argomentare. È quanto di più banale si possa associare alla classica cartolina di una spiaggia bianca baciata dal sole. Eppure, per quanto meravigliosa, quella cartolina non rende merito al patrimonio ambientale che l’isola potrebbe offrire a chi decidesse per un momento di accantonare il costume e l’ombrellone e lasciarsi andare a un atto di fede: esplorarla fuori stagione. Ed è ciò che abbiamo deciso di fare accogliendo l’invito di Sergio, eccezionale guida ambientale oltre che esperto conoscitore del Supramonte e delle sue propaggini costiere. Proprio da una di queste estremità abbiamo iniziato la nostra escursione.
Cala Cartoe, immersa nel silenzio
La distesa di sabbia bianca non mostra segni evidenti del passaggio di altre persone, segno della scarsa fruizione in questa stagione. L’estate sembra un ricordo lontano e il litorale si riappropria del suo naturale fascino. Cala Cartoe, appartenente al territorio di Dorgali, è una delle più belle e accessibili spiagge del Golfo di Orosei. Incorniciata a nord da scuri basalti e a sud dalle rocce carbonatiche che costituiscono il substrato geologico più caratteristico di questo tratto di costa. Proprio dietro il muro di canne e tamerici che incorniciano l’arenile si nasconde lo stagno originato dal Rio Littu, che si unisce al mare solo quando il livello aumenta alimentato da abbondanti precipitazioni.
Lo spettacolo del golfo senza natanti
Il sentiero che imbocchiamo inizia nella parte meridionale della cala e sale lungo il versante costiero inerpicandosi tra bosco e macchia mediterranea verso Monte Irveri. Tra i lentischi e le ginestre, le cinciallegre e i codirossi sembrano indaffarati a cercare cibo, mentre poco oltre lo stagno, la nostra attenzione è catturata dal volo di una poiana. È un autunno che sa di primavera e solo la mancanza delle fioriture stagionali tradisce l’effettiva collocazione temporale. Dai punti panoramici che incontriamo lungo il cammino è possibile ammirare l’oasi di Biderosa da una prospettiva unica. La visuale sul golfo di Orosei è uno spettacolo che ripaga di tutto lo sforzo compiuto. Il traffico di natanti che per tutta l’estate affolla questo tratto di mare sembra del tutto assente e l’unica imbarcazione che riusciamo a scorgere è un piccolo peschereccio, incorniciato dai riflessi del sole sulla superficie.
Gli ovili tramandati dalla storia
In questa stagione è facile illudersi che la Sardegna sia ancora una terra selvaggia e incontaminata. Ci teniamo stretta questa suggestione fino all’arrivo al cuile “sa Tintura”. Sos cuiles (detti anche pinnettos) sono costruzioni tipiche del mondo agropastorale, con una parte basale di pietre e una volta di forma conica costituita da legno e frasche; sono elementi che caratterizzano il paesaggio, soprattutto nella Sardegna centro orientale. Utilizzati in passato come ricovero occasionale, molti di essi vengono regolarmente manutenuti o, qualora fosse necessario, interamente ristrutturati.
Crocevia di uomini e animali, pastori ed escursionisti
Approfittiamo della sosta nei pressi del pinnettu per bere un buon bicchiere di vino e consumare una merenda di metà mattina. La convivialità del cibo unita alla presenza di un piccolo rifugio, proiettano inconsciamente il visitatore in un contesto accogliente. In un luogo privo delle quotidiane comodità a cui siamo ormai assuefatti, la presenza di una struttura di origine antropica è la cosa che più si avvicina al concetto di casa. Riparo dalle intemperie, luogo sicuro in cui trascorrere una notte, crocevia di uomini e animali, pastori e escursionisti, sos pinnettos sono una testimonianza delle nostre radici, da custodire e far conoscere alle generazioni future. Lasciamo sa Tintura per riprendere il sentiero ad anello che ci riporterà in spiaggia. Nel pomeriggio il sole scompare presto oltre i monti alle nostre spalle e Cala Cartoe si veste di nuvole. È ora di salutare e di preparaci a una nuova giornata di trekking, questa volta nel Supramonte di Urzulei. Ma questa è un’altra storia, la prossima.
Si ringraziano i compagni di viaggio Sergio, Simone, Giacomo, Davide, Kecco, Eleonora e Jebel Sardinia per l’esemplare organizzazione dell’escursione. Per info: www.jebelsardinia.com
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