Negli ultimi tre decenni il numero di specie aliene in Europa è aumentato del 76%, per una spesa complessiva di oltre 12 miliardi di euro all’anno. Tra le cause di questa invasione minacciosa ci sono la globalizzazione e i cambiamenti climatici.
Parlano chiaro i dati presentanti nel corso dell’iniziativa “Le specie aliene in Italia: emergenze e ri-emergenze per Ambiente e Salute” organizzata dalla Federazione Italiana di Scienze della Natura e dell’Ambiente.
L’Italia, a causa delle caratteristiche geografiche e climatiche, è particolarmente vulnerabile a questa minaccia. “Il nostra pese ospita 3mila specie terrestri e ha uno degli ecosistemi più variegati”, ha spiegato l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che ha aggiunto: “Tra gli invertebrati, sono note oltre 1.300 specie alloctone, di cui circa 1.220 terrestri e 156 d’acqua dolce, sia animali che vegetali, a cui si devono aggiungere una trentina di specie parassite. Si tratta, in questo caso, di artropodi, dei quali più del 90% sono insetti potenzialmente vettori di gravi malattie per l’uomo”.
E’ il caso dell’allergenica Ambrosia artemisifolia, originaria del contenente africano e che può causare problemi alle vie respiratorie.
Ma non solo: negli ultimi anni sono emerse patologie da alghe tossiche e protozoi mai registrate prima d’ora nel nostro Paese.
Oltre alla salute, le specie aliene minacciano la biodiversità e l’economia, in particolare l’agricoltura.
Tuttavia, l’eliminazione spesso non è affatto facile. E’ il caso degli interventi di eradicazione e controllo dello scoiattolo grigio in Umbria, specie aliena che minaccia gravemente la sopravvivenza dello scoiattolo rosso autoctono. Qui l’Ispra si è dovuto scontrare con le battaglie degli animalisti e dell’opinione pubblica, contraria all’eradicazione del mammifero invasivo.
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