Un paio di settimane fa, a Pescarenico, Lecco, in quel tratto di fiume Adda che per dirla col Manzoni forse è ancora lago, ho avvistato in mezzo a numerosi germani reali quattro esemplari di fistione turco. Gente del posto mi ha spiegato che è una presenza usuale, almeno da un paio di anni. Sarà, ma per me già il nome ha un suono esotico. Pochi giorni dopo, mentre correvo fra la campagna che avvolge la periferia sud-ovest di Milano, poco distante dal Naviglio Grande, ho sentito tambureggiare. Mi sono fermato, ho alzato lo sguardo verso la cima di una matura farnia e ho visto un picchio rosso maggiore.
L’altra domenica mi aggiravo in bicicletta non molto distante da lì. A meridione della metropoli milanese, appena passata la tangenziale, si apre, a chi lo sa vedere, un mondo di cascine, vecchi borghi semi-abbandonati, risaie, rogge e filari. Sullo specchio d’acqua di una risaia da poco allagata ho notato una fitta presenza di uccelli: anatre, folaghe, aironi cenerini, qualche garzetta, piro piro e piovanelli; un po’ discosti alcuni cavalieri d’Italia. Più distante ho scorto un gruppo di grandi uccelli bianchi con becco, zampe e coda neri. Lì per lì ho faticato a riconoscerli, ma grazie all’onnipresente google alla fine ho capito che si trattava di undici esemplari di ibis sacro. Un uccello presente in gran parte del continente africano a sud del Deserto del Sahara, ma insolito nella pianura lombarda. In realtà, una volta tornato a casa, ho scoperto che da alcuni anni una popolazione di ibis sacro è presente in Piemonte, nei pressi del Parco naturale delle Lame del Sesia. Secondo alcuni è arrivata spontaneamente, altri studiosi invece sostengono che siano individui sfuggiti da giardini zoologici o collezionisti.
Ma in fondo agli occhi di un semplice escursionista, che si aggira a piedi o in bicicletta, sapere se la specie incontrata è comune o rara, originaria dei luoghi oppure forestiera, importa sì, ma fino a un certo punto. È sufficiente comprendere che la natura non sopravvive solo nell’Africa inviolata o fra la giungla asiatica. È intorno a noi, vicina ai luoghi dove viviamo e lavoriamo. Molto più vicina di quanto solitamente crediamo, basta saperla osservare con occhi curiosi. A proposito, da ieri il giardino di casa è visitato da una coppia di codibugnoli. Credo stiano perlustrando la zona in vista della preparazione di un nido.
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