Si fa un gran parlare di eccellenze italiane sulle tavole di mezzo mondo, ma a sfatare il mito è arrivato un Dossier di Coldiretti che è peggio di un pugno nello stomaco.
Di made in Italy sembra essere rimasto ben poco perfino nelle nostre cucine, questa è la verità. Prendiamo il caso della pizza, simbolo tricolore per eccellenza. Dalla mozzarella lituana al concentrato di pomodoro cinese, passando per l’olio tunisino e il grano canadese, due pizze su tre servite nei ristoranti nazionali sono ottenute da un mix di ingredienti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori.
Insomma, noi crediamo di mangiare italiano, ma anche nella pizza è rimasto davvero poco del nostro patrimonio agroalimentare. Se non si tratta di una truffa, poco ci manca. Basti pensare che nei primi mesi del 2016 è stata proprio la Campania la principale destinazione del concentrato cinese e delle cagliate industriali proveniente dall’Est europeo. E non venitemi a dire che non si tratta di un modo per sfruttare consapevolmente e impropriamente l’immagine di qualità conquistata dall’Italia nella tradizione e nella cultura alimentare.
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