La lucertola delle Eolie (Podarcis raffonei) negli ultimi decenni ha dovuto affrontare una sempre maggiore antropizzazione dell’habitat dovuta anche al crescente turismo nell’arcipelago del Tirreno meridionale. Il piccolo sauro insettivoro si nutre anche di vegetali, specialmente quando d’estate il numero delle prede diminuisce.
I fattori principali che minacciano la lucertola delle Eolie sono rappresentati dalla perdita e dal degrado del suo habitat e dall’arrivo della lucertola campestre, che nel tempo ha causato una sua fortissima rarefazione in termini demografici, e il suo confinamento nelle attuali località attraverso fenomeni di competizione e ibridazione.
La lucertola delle Eolie, un tempo verosimilmente distribuita su tutte le sette isole Eolie, oggi sopravvive in tre isolotti di ridottissime dimensioni (Scoglio Faraglione, Strombolicchio e La Canna) e su un piccolo promontorio sull’isola di Vulcano (Capo Grosso).
Per salvare il piccolo rettile ha preso il via il progetto LIFE denominato “Eolizard” per la conservazione della lucertola delle Eolie, indicata dall’IUCN (Unione Internazionale della Conservazione della Natura) come Critically Endangered.
Finanziato dall’Unione Europea, il progetto, per i prossimi cinque anni, ha l’obiettivo di tutelare le popolazioni relitte di questa specie e a garantirne la sopravvivenza nel lungo termine attraverso la creazione di un santuario all’interno dell’arcipelago eoliano dove saranno reintrodotte nuove popolazioni allevate in cattività.
Allevamento e rilascio in natura
Durante i cinque anni di progetto i partner perseguiranno la tutela della lucertola delle Eolie e del suo habitat attraverso due fronti d’azione: l’incremento numerico della popolazione, attraverso un programma di allevamento in cattività (sfruttando il know-how della Fondazione Bioparco di Roma, che ha già̀ un progetto avviato sulla specie) a cui farà seguito un rilascio in natura. In parallelo, si procederà alla tutela della popolazione presente sull’isola di Vulcano, minacciata dalla presenza del ratto nero (competitore e potenziale predatore), come anche dell’alterazione dell’habitat.
Il progetto ha un partenariato scientifico variegato costituito da: l’Università degli Studi di Roma Tre (coordinatore), l’Associazione Triton ETS, l’Università degli Studi dell’Aquila, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Fondazione Bioparco di Roma, il Comune di Malfa e una serie di partner associati italiani e internazionali tra cui, l’Università di Milano Statale, l’Associacao BIOPOLIS (Portogallo) e il laboratorio di Biometria e Biologia Evoluzionistica (LBBE) del CNRS (Francia).
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com