Il 2023 non è stato certamente un anno fortunato per le api, dopo quasi due decenni di implacabile declino c’è però una splendida notizia, negli States la popolazione delle api è schizzata ai massimi storici.
In 20 anni abbiamo potuto vedere il crollo di innumerevoli comunità di api per colpa dell’esposizione a velenosi pesticidi, parassiti invasivi, cambiamento dell’habitat e stress provocato dal transito lungo il paese per trovare i raccolti da impollinare.
Stando però, ai dati del censimento dell’agricoltura 2022 del National Agricultural Statistics Service dell’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa, negli ultimi cinque anni si sono formate quasi un milione di colonie di api, arrivando al massimo storico di 3,8 milioni.
Ma, anche se c’è stata la nascita di nuove colonie, la minaccia del loro collasso è ancora dietro l’angolo.
Le api sono state salvate dalle agevolazioni fiscali
Questi importantissimi insetti stavano rischiando l’estinzione, c’era stato, in effetti, un preoccupante ciclo di spopolamento, il cui apice era stato annotato tra il 2006 e il 2007.
Ma il loro ritorno potrebbe essere dovuto grazie alla legislazione statale degli Stati Uniti, che offre agevolazioni fiscali importanti agli apicoltori, oltre a questo anche il bisogno di impollinatori nel Paese aiuta a spiegare gli alveari più affollati.
Salvate dalle tasse, dunque. In Texas, per esempio, la legge permette aiuti fiscali alle persone che sono proprietari di terreni che vanno dai cinque ai 20 acri di terreno se allevano api per cinque anni (e tutte le 254 contee hanno accolto le misure).
Con più di 271mila colonie, il Texas è il terzo stato per numero di colonie, dietro alla California, con più di 1,3 milioni di colonie, e alla Florida, che calcola circa 318.900 colonie.
Non possiamo, però, dormire sonni tranquilli
Le api mellifere e selvatiche sono fondamentali per l’impollinazione di quasi tutte le colture mondiali. Negli Stati Uniti, i raccolti di mele, ciliegie e mirtilli sono drasticamente diminuiti proprio a causa della mancanza di impollinatori. Fortunatamente, negli ultimi periodi, si stanno adottando sempre più pratiche, come ad esempio la coltivazione nei giardini di fiori selvatici o l’allevamento di api, nella speranza di salvaguardare la specie.
Dunque, non possiamo proprio cantar vittoria attualmente, perché l’era del collasso delle colonie di api non è finita. Abbiamo certo capito che è stato un fenomeno temporaneo e reversibile, ma molti fattori, in particolar modo il cambiamento climatico, rappresentano ancora delle grandi minacce.
Il riscaldamento globale determina delle stagioni autunnali più lunghe e più calde, causando un enorme stress per le api, questo è uno fra gli innumerevoli motivi per cui le colonie continuano in realtà a ridursi.
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