Le navi stalla rappresentano una delle modalità di trasporto di animali vivi a maggior sofferenza, a causa di lunghi viaggi, spazi angusti e spesso condizioni difficili del mare.
A questo si possono aggiungere problemi imprevisti, come quelli recentemente successi alle navi Elbeik e Karim Allah, entrambe partite con il loro carico di bovini verso il Medio Oriente, dove non sono mai arrivate.
Gli animali trasportati sono risultati affetti dalla febbre catarrale dei ruminanti, più conosciuta come morbo della lingua blu o bluetongue, una malattia infettiva dei ruminanti e nessun porto ha autorizzato il loro sbarco.
Dopo aver vagato in alto mare per settimane, con sofferenze inimmaginabili per gli animali, molti dei quali sono morti e sono stati gettati in mare, le navi sono dovute ritornare al porto di partenza, a Tarragona.
Qui tutti gli animali sono stati macellati sulle banchine del porto, in mattatoi mobili organizzati per questa ragione, e avviati alla distruzione.
Questi gravissimi episodi hanno ricevuto una grande copertura da parte dei media internazionali, provocando l’indignazione dell’opinione pubblica. Che dopo quanto successo attende che venga messo un definitivo stop al trasporto di animali vivi per mare. L’obiettivo ora non può essere quello di migliorare le condizioni di trasporto, che costituirebbero comunque una causa di sofferenza per gli animali, ma la necessità di arrivare a una chiusura definitiva di attività ad alta sofferenza per gli animali.
La volontà delle associazioni, supportate anche da politici e media, è quella di arrivare a un divieto generalizzato di trasporto di animali da macello, facendo viaggiare solo le carni degli animali abbattuti nei luoghi di provenienza.
La commissione europea sta eseguendo una revisione della normativa sul benessere degli animali da reddito
In questo momento la Commissione Europea sta ricevendo dagli Stati membri segnali contrastanti. Sulla spinta della Presidenza portoghese, i ministri dell’agricoltura comunitari hanno affrontato il problema, non nell’ottica di giungere nel breve al divieto generalizzato, ma soltanto a una miglior regolamentazione. Questa ipotesi potrebbe diventare un ostacolo alla definitiva cessazione dei trasporti via mare di animali vivi.
Il rischio, infatti, è quello che possa passare una linea di mitigazione delle sofferenze nel corso delle attività di Fitness check della legislazione UE sul benessere animale. Il Consiglio infatti “invita la Commissione a presentare una proposta per un regolamento rivisto sul benessere degli animali durante il trasporto, se possibile, prima di quanto indicato nella strategia Farm to Fork”.
Sottolineando che la priorità debba essere rivolta ai miglioramenti ed al monitoraggio di questi trasporti, al fine di migliorare le condizioni di vita degli animali durante il viaggio.
Animal Equality, CIWF e LAV, nell’ambito delle attività di Eurogroup for Animals, una coalizione che raccoglie la partecipazione delle maggiori associazioni europee, segnalano di aver accolto con favore tali miglioramenti per alleviare l’immensa sofferenza degli animali, ma ritengono che la revisione del regolamento sui trasporti dovrebbe introdurre una durata massima del viaggio molto più breve, nonché il divieto di esportazione di animali vivi. Un tale approccio si adatterebbe agli obiettivi della strategia Farm to Fork dell’UE per accorciare significativamente la catena di approvvigionamento.
A questo proposito le associazioni hanno accolto favorevolmente la presa di posizione che ha spinto i ministri tedesco, olandese e lussemburghese alla presentazione di un documento in cui si afferma che queste misure di protezione debbano essere considerate solo come attività di breve termine.
Il benessere degli animali deve diventare una priorità prevalente sugli interessi economici
Come dichiarato nelle conclusioni, “il benessere degli animali durante il trasporto è una priorità a livello UE e dovrebbe essere garantito a tutti i livelli e in tutte le fasi del viaggio, durante il trasporto internazionale a lunga distanza di animali vivi, anche verso paesi terzi, favorendo e sostenendo, per quanto possibile, il trasporto di carcasse e carne”.
Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals, ha dichiarato “Confidiamo che la Commissione europea continui a lavorare sulla revisione del regolamento sui trasporti e sulla graduale eliminazione delle esportazioni di animali vivi. Il passaggio al commercio di carne e carcasse è l’unico modo per proteggere gli animali, le persone e l’ambiente. Le conclusioni del Consiglio sono semplicemente sgradite, inutili e non necessarie”.
Ora sono attesi provvedimenti che possano mettere una pietra tombale su condizioni di trasporto davvero inaccettabili, che hanno sempre sottovalutato i maltrattamenti subiti dagli animali solo per una motivazione economica.
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