Ai più, l’idea di un vero pesto alla genovese preparato senza i pinoli farà inorridire.
Così come farà inorridire la proposta lanciata da Jonathan Slanght dalle colonne del New York Times: i pinoli hanno un impatto ambientale devastante e, quindi, andrebbero sostituiti con le noci.
Secondo Slaght, membro della Wildlife Conservation Society, la preparazione del tradizionale condimento sarebbe per nulla sostenibile.
“L’industria dei pinoli è una minaccia seria per un intero eco sistema – ha spiegato Slaght -. Secondo L‘International Union for Conservation of Nature, circa il 25% dei pinoli importati negli Stati Uniti proviene da varietà di pino coreano coltivato principalmente nelle parti a sud est del territorio russo. Questa zona, pur rappresentando solo l’1 % del Paese, racchiude un tesoro di biodiversità. Qui, infatti, sono ospitati un quarto delle specie vertebrate della Russia. Come biologo ho lavorato per oltre un ventennio in quelle zone e so che l’importanza del pino coreano è forse sottovalutata: i pinoli che finiscono sulle nostre tavole sono il cibo che sottraiamo agli abitanti della foresta”.
Sebbene una parte dei pinoli consumati negli States sia di origine italiana, quelli di importazione russa sono maggiormente economici, da qui la loro crescente richiesta.
“E’ il caso di chiedersi se un piatto di pesto valga un prezzo così alto per l’ecosistema”, ha concluso Jonathan Slanght.
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