Le telecamere nascoste dell’associazione tedesca Soko Tierschutz insieme a Cruelty Free International hanno filmato la vita degli animali impiegati presso il laboratorio di farmacologia e tossicologia a Mienenbuttel, alla periferia di Amburgo.
Le immagini raccolte sono crude e shoccanti: scimmie legate in imbracature metalliche e cani e gatti sanguinanti, lasciati morire in un angolo abbandonati a se stessi.
«Gli animali stavano ancora agitando le code quando venivano presi per essere uccisi, i cani erano alla disperata ricerca di un contatto umano – spiega Friedrich Mullen della Soko Tierschut –. Il trattamento peggiore è toccato alle scimmie, costrette a stare sedute per ore dentro a strutture metalliche contenitive».
Il laboratorio, secondo quando riferito dall’associazione, si occupa di testare gli effetti collaterali dei farmaci.
Quanti sono gli animali utilizzati
Secondo i dati, nel 2016 – nei laboratori tedeschi – sono stati impiegati oltre due milioni di animali.
Oltre la metà di questi sono topi (1.455.779), seguiti da pesci (266.502) e ratti (248.862).
Ma ci sono anche cani (3.976), conigli (98.339), primati (2.418) e gatti (766).
Il numero di felini usati nei test è calato del 31% rispetto agli anni precedenti, così come quello dei cani (-11%). Aumenta, al contrario, il numero di pesci usati negli esperimenti, cresciuto del 72%.
Un modello vecchio di 200 anni
Cruelty Free International ha lanciato una petizione rivolta al Parlamento Europeo per chiedere leggi più stringenti a favore degli animali utilizzati nei laboratori. «Alla sperimentazione, già di per sé invasiva e dolorosa, si aggiunge la mancanza di tutela e di umanità verso gli animali, vittime di una falsa scienza, che continua a usare un modello, quello animale, risalente all’800, basandosi su una vaga somiglianza genetica, e non tenendo in considerazione le gravi conseguenze scientifiche legate all’alto indice di fallimento e le chiare implicazioni etiche – commenta la Lav –. Chi usa animali continua a difendersi nella sua torre di avorio, affermando che questi vengono trattati bene, che i laboratori rispettano tutti i canoni richiesti e anche di più, ma poi le poche volte che qualcuno riesce a entrare nei laboratori, la verità che si cela dietro le sbarre, come mostra questa indagine, è ben diversa».
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