In questi giorni si sta celebrando in tutto il Mondo, con la benedizione ufficiale delle Nazioni Unite, la Giornata Mondiale dell’Acqua. Così come si celebra quella delle Foreste, del Rifugiato, del Povero, dei Bambini, della Sindrome di Down, della Felicità, della Poesia e di tante altre “Giornate Mondiali di…”.
Una serie di eventi ormai divenuti abbastanza consuetudine e velati, a mio avviso, da una sgradevole sensazione di ipocrisia, utili a ricordare, soprattutto a livello di propaganda e di comunicazione di massa, l’importanza di un determinato argomento.
Eppure quello dell’Acqua (volutamente con la “A” maiuscola) è un tema molto serio, che dovrebbe essere centrale per tutta la comunità umana del Pianeta, dal momento che non solo senza acqua non esisterebbe la vita nelle forme che conosciamo (uomo compreso), ma soprattutto considerando il fatto che noi stessi siamo fatti e funzioniamo ad acqua, con i nostri corpi costituiti da questo prezioso liquido per il 71% della nostra biomassa (negli adulti), ma con ben il 99% delle molecole complessive che ci compongono. In pratica siamo delle vere e proprie gocce di acqua (salata) che camminano. Eppure non la consideriamo per niente: la diamo per scontata, la inquiniamo in tutte le maniere, la consumiamo come se fosse infinita (ogni Italiano ne usa 245 litri al giorno), la sprechiamo senza ritegno.
Forse perché non la conosciamo affatto e quindi non possiamo amarla e, di conseguenza, rispettarla e difenderla. Non sappiamo che essa ha ben 72 proprietà che la rendono una sostanza unica sulla Terra e non ci rendiamo conto che, attraverso di essa, siamo uniti e addirittura comunichiamo. È infatti l’acqua che collega tutti noi uomini e noi con tutte gli animali e le piante del Pianeta, che con presunzione abbiamo chiamato Terra ma che avremmo dovuto chiamare Oceano, dal momento che la sua superficie è coperta per il 71% da acqua (proprio con la stessa proporzione che abbiamo riscontrato per i nostri corpi).
Perché l’acqua è democratica, non conosce confini, è informale e proprio come la Vita non si ferma mai e continuamente si rinnova, fuori e dentro di noi. Da ragazzi studiamo il grande Ciclo dell’Acqua tra terra e cielo, ma quanti conoscono il ciclo dell’acqua all’interno del corpo umano? Quanti si preoccupano di bere non solo acqua pura, ma anche acqua viva? Perché l’acqua, proprio come gli uomini, può anche morire e forse non è un caso neppure il fatto che quando invecchiamo piano piano ci prosciughiamo, rinsecchiamo.
Eppure l’Uomo è costantemente attratto dall’acqua, la cerca, la vuole vicino. Seduti su una spiaggia, sulla riva di un fiume o affacciati da un ponte godiamo della sua presenza semplicemente osservandola. Credo che la grande mobilitazione generale contro l’inquinamento da plastica degli ultimissimi anni non sarebbe nata e non si sarebbe diffusa a macchia d’olio come sta accadendo oggi se non avesse toccato l’acqua, se non avessimo visto mari e fiumi invasi da rifiuti galleggianti e osservato i pesci morire soffocati.
Perché, per fortuna, almeno istintivamente e nel profondo, consideriamo ancora un sacrilegio offendere l’acqua. Ci dà emotivamente fastidio vederla sporca e invasa da presenze aliene. Perché in fondo essa ci parla e, se impariamo ad ascoltarla, noi possiamo imparare anche a risponderle. Perché in realtà già lo facciamo e infatti in tutti i momenti importanti della nostra vita, quando piangiamo, ridiamo, facciamo l’amore, finanche quando nasciamo e moriamo noi produciamo e riceviamo liquido, acqua.
L’acqua è un segreto che, con la conoscenza e con il tempo si potrà forse piano piano svelare, ma rimarrà invece sempre un grande mistero che oggi va semplicemente rispettato. Per noi rimane il modo migliore per celebrarla.
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