Se Santiago, il protagonista de Il Vecchio e il mare, avesse avuto la preziosa informazione che stiamo per darvi, forse il romanzo di Hemingway non avrebbe avuto modo di esistere. Proprio qualche settimana fa, infatti, è stato pubblicato un interessante articolo sul pesce vela dell’Atlantico (Istiophorus albicans), uno dei più ambiti pesci tra i pescatori d’altura e preda frequente delle battute di pesca di Ernest Hemingway nelle acque della Florida.
Questa specie è ben distribuita nell’Oceano Atlantico occidentale a una latitudine compresa tra il 40° N e il 40° S e ha un grande valore economico ma anche ricreativo.
Al largo della costa orientale della Florida, le barche da pesca sportiva si dedicano molto all’inseguimento di questa specie in virtù delle sue dimensioni, della sua velocità e della forza con cui il pesce vela combatte contro le lenze, rendendolo un trofeo ricercato.
La temperatura dell’acqua incide sull’areale del pesce vela
Lo studio e i risultati di cui parliamo sono stati ottenuti dopo 3 lustri di ricerche (dal 2003 al 2018) da parte della Billfish Foundation e dalla NOAA.
I ricercatori, insieme a molti pescatori, hanno raccolto dati sulle catture e segnalazioni relative a questa specie utilizzando l’ora del rilevamento e la posizione dell’animale. Questi dati sono stati fondamentali per valutare e determinare se il riscaldamento delle acque superficiali oceaniche fosse associato a possibili cambiamenti nella distribuzione del pesce vela.
Nell’arco di quindici anni, sono state effettuate catture in acque la cui temperatura era mediamente di 26,16 °C, mentre la maggior parte dei prelievi è avvenuta tra i 25,2 °C e 25,5 °C.
L’aspetto interessante è stato rilevare che le catture sono calate sensibilmente in presenza di acque più fredde (~23 °C e ~24 °C) ma anche troppo calde, ovvero superiori ai 31 °C.
Sulla base di questi risultati, se ne deduce che l’aumento delle temperature oceaniche avrà un impatto sulla distribuzione del pesce vela e sull’utilizzo dell’habitat da parte di questa specie.
Se fa troppo caldo le larve non sopravvivono
Le variazioni della temperatura dell’acqua, per esempio al di sopra di 28 °C – 30 °C, possono influire sulla sopravvivenza dei pesci, delle loro uova e delle loro larve, il che può portare a cambiamenti drammatici negli areali delle specie.
I risultati dei modelli climatici hanno indicato un significativo aumento delle temperature nell’Atlantico tanto che le stime prevedono entro il 2050 uno spostamento dell’habitat anche per le larve di tonno rosso e una modifica del range del periodo di deposizione che verrebbe anticipata.
Entro il 2090 si prevede, inoltre, una diminuzione dal 39 al 61% della presenza di larve di tonno rosso.
Un modello simile può verificarsi per il pesce vela considerando la loro somiglianza da un punto di vista biologico, dell’habitat e dell’uso affine delle acque superficiali.
Queste informazioni sono preziosissime per la conservazione del pesce vela, vero simbolo dei mari.
L’innalzamento delle temperature della superficie del mare crea la necessità di una più attenta politica e regolamentazione per proteggere questa specie e le altre specie di Marlin, delle quali era innamorato Hemingway.
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