Hanno l’Iva al 22%, come i beni i lusso, eppure si tratta di alimenti che una fetta sempre crescente della popolazione consuma abitualmente. Stiamo parlando dei latti vegetali, vale a dire quelle bevande a base di soia, riso, avena e mandorle.
Una tassazione che suona iniqua se confrontata con quella applicata al latte vaccino e animale – per i quali l’Iva è al 4% – e che la Lav, la Lega Anti Vivisezione, chiede che venga modificata.
«Abbiamo lanciato una petizione rivolta al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per chiedere che l’imposta sul valore aggiunto dei latti vegetali venga abbassata – ha spiegato Paola Segurini, responsabile area scelta vegan della Lav –. È evidente come l’attuale regime fiscale favorisca i produttori di latte animale».
Vegani triplicati
Secondo gli ultimi dati, la popolazione che segue una dieta vegana – vale a dire che esclude il consumo di qualsiasi prodotto di origine animale – è triplicata negli ultimi anni, arrivando ad essere il 3%.
«Si tratta di un dato che evidenzia l’aumento della consapevolezza verso lo sfruttamento animale a tutti i livelli di produzione dei cibi – ha aggiunto la Lav –. Gioca un ruolo fondamentale in questa scelta la consapevolezza, favorita dall’informazione, sulla realtà degli allevamenti e su ciò che si cela dietro alla produzione, anche del latte. Con la petizione chiediamo che il mercato offra al consumatore la possibilità di scelta verso un mondo più giusto e solidale con tutti i viventi».
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