Spesso la gente è portata ad associare alcuni comportamenti animali con gestualità e consuetudini umane, avventurandosi così nei meandri della zoo-antropologia.
In realtà sappiamo che i codici comportamentali degli animali rispondono per lo più a esigenze biologiche.
Tuttavia, le civette potrebbero sfuggire a questa regola e per capirlo dobbiamo addentrarci nell’oscurità della notte e svelare i segreti del loro corteggiamento.
Il maschio della civetta, infatti, per conquistare la sua futura compagna deve impegnarsi al massimo e superare numerose prove di efficienza.
Dapprima, il maschio di questo simpatico predatore notturno deve prevalere sui potenziali competitori, ovvero altri maschi con le medesime focose intenzioni, per conquistare le grazie di “Miss Atena”. La femmina di questo piccolo rapace la chiamerei così in onore del suo nome scientifico Athene noctua, che ci ricorda la splendida, ammaliante dea figlia di Zeus, Atena.
Il maschio non ha da dispiegare artigli o dispensare beccate, ma deve scacciare gli spasimanti alati usando le sue migliori doti vocali. Il suo canto aggressivo e squillante potrà dissuadere ogni competitore, ma questo sarà solo l’inizio di un lungo cammino per conquistare le attenzioni della sua compagna.
La femmina della civetta nella fase iniziale del corteggiamento è pragmatica, non si lascia certo convincere da una semplice serenata al chiaro di luna, ci vuole qualcosa di più sostanzioso.
Il percorso di conquista del maschio prosegue pertanto con una serie di comportamenti che potremmo paragonare a inviti a cena a lume di candela.
Il maschio, infatti, si prodiga nella cattura di alcune verdissime cavallette o altri simili bocconcini appetitosi che porta di frequente alla femmina.
Per Miss Atena questi bocconi servono a capire se il suo potenziale futuro compagno sarà in grado di essere un buon cacciatore e potrà sostenere la loro futura progenie.
Ma il maschio non deve pensare che la strada sia spianata. La femmina, infatti, vuole un’altra prova d’amore.
Qualche malizioso potrebbe sospettare si tratti di una verifica della solidità del portafoglio.
Il maschio, in effetti, deve accompagnare la civetta femmina nel futuro nido del loro amore. Miss Atena, dopo aver testato le prestazioni di cacciatore, vuole accertare la qualità del sito riproduttivo, dove dovrà deporre e covare le uova.
Solo dopo queste lunghe ed estenuanti prove, finalmente, Miss Atena si concederà. Ma non attendetevi prestazioni eccellenti e durature, la copula delle civette è fatta di brevi istanti, pochi secondi di passione intensa e ripetuta.
Quando tutto sembra finito ecco emergere qualcosa di inatteso.
Ricordate quel concetto di zoo-antropologia all’inizio del nostro racconto?
Se da un lato è vero che ogni comportamento animale è dettato da esigenze biologiche, avulse da momenti, neppure effimeri, di piacere men che meno romantici, è altrettanto vero che guardando certi atteggiamenti delle civette vien da pensare il contrario.
Le civette dopo il rituale di corteggiamento e l’accoppiamento si lasciano andare a effusioni, lisciamenti di piume, pulizia delle penne reciproca. Gli ornitologi lo chiamano preening, è un comportamento codificato, presente in diverse specie di Strigiformi.
Dopo nottate di caccia, serenate, corteggiamenti per le nostre civette ci sono lunghe fasi di attenzioni reciproche, coccolati dalla luna. Momenti di vero relax.
Tutto questo prima di cominciare il vorticoso periodo in cui la nascita dei nidiacei non lascerà nessun instante libero alle nostre civette.
Allora se vi chiederanno: ma le civette sono davvero romantiche?
Beh!, lasciamo a voi la risposta, ma da gufologo un indizio ve lo lascio: forse sì!
Non perdere la diretta live con Marco Mastrorilli sul canale youtube GufoTube: “Love is… Owl, Storie di gufi innamorati”.
Domenica 17 maggio, ore 18
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