Il tratto di mare che circonda l’Arcipelago Toscano è protagonista di numerosi avvistamenti di fauna selvatica. L’ultimo, eccezionale evento è stato documentato dalle riprese all’infrarosso che mostrano la presenza della foca monaca a Capraia.
Con una conferenza stampa alla presenza del Presidente del Parco Giampiero Sammuri, del Capo del Reparto Operativo della Direzione Marittima di Livorno C.V. (CP) Giovanni Scattola, delle ricercatrici di ISPRA Giulia Mo e Sabrina Agnesi e del Sindaco di Capraia Marida Bessi, sono state mostrate le immagini della foca monaca.
Le immagini sono state riprese dalle telecamere di monitoraggio posizionate dall’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano nelle grotte dell’isola. Un avvistamento che dopo molti mesi ci dimostra che il mammifero marino continua a frequentare in tutta tranquillità il sito costiero individuato a seguito di numerose segnalazioni di avvistamento di un esemplare nel 2020.
Da allora l’area oggetto di monitoraggio da parte di ISPRA è protetta con telecamere e da un’apposita ordinanza del Parco Nazionale che dal 24 giugno 2020 vieta l’accesso all’area.
La Foca monaca è una specie classificata dalla come specie minacciata di estinzione, ha nuclei riproduttivi accertati nel Mar Mediterraneo orientale principalmente in Grecia e Turchia e recentemente anche lungo le coste dell’isola di Cipro. La specie è rigorosamente protetta ai sensi della Direttiva europea Habitat ed è inclusa anche nelle principali convenzioni internazionali per la tutela della fauna e dell’ambiente e rappresenta il più raro mammifero marino in Europa.
La storia degli ultimi avvistamenti
Durante la conferenza stampa sono stati ricordati gli eventi che hanno caratterizzato il ritorno della Foca monaca nell’Arcipelago Toscano. L’ultimo avvistamento di Foca monaca validato da ISPRA nell’Arcipelago Toscano, prima di quello di Capraia del 2020, era stato nel 2009 a Giglio Campese. Il 24 maggio 2020 un pescatore locale ha segnalato l’avvistamento di un esemplare osservato e filmato durante la sua attività di pesca. Il 9 giugno 2020 un turista, racconta di aver avvistato la foca acquisendo un video con il cellulare, in cui si osserva il profilo parziale di emersione dell’esemplare. A questi sono seguite altre segnalazioni di avvistamenti, privi di documentazione fotografica ma riportati dettagliatamente, avvenuti nel corso dell’estate 2020 intorno all’isola di Capraia e un video di un esemplare osservato dai Carabinieri Forestali nell’autunno 2020 nelle acque costiere dell’isola di Pianosa.
Le azioni di tutela attivate dal Parco
A partire dal 24 giugno 2020 un’ordinanza dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha vietato l’accesso, in ogni forma e con ogni mezzo, nella zona, già classificata come zona B, compresa tra Punta delle Cote a nord e la Baia a sud di Punta delle Cote, nella costa occidentale dell’Isola di Capraia. Subito dopo sono state posizionate apposite telecamere di sorveglianza ed è stata allertata la Capitaneria di Porto (Direzione Marittima di Livorno) per le necessarie operazioni di presidio.
Il Parco Nazionale poi ha attivato una rete di relazioni per concordare collaborazioni, progetti e convenzioni al fine di monitorare e tutelare l’area interessata dalla presenza del raro mammifero.
Tra queste, l’iniziativa di Blue Marine Foundation (#Blue4ItalianMPA), rivolta a migliorare l’efficacia di gestione, la conservazione della biodiversità e il ripristino degli habitat minacciati in sette aree marine protette in Italia, che ha cofinanziato un progetto del Parco Nazionale proprio a favore di questa eccezionale presenza.
«Queste immagini sono una conferma straordinaria – ha detto Giampiero Sammuri –e ripagano dell’impegno profuso negli ultimi anni. Ritengo che questo sia il risultato anche della sensibilità dei Capraiesi (con in testa l’Amministrazione Comunale retta dalla Sindaca Marida Bessi), della tempestività dei provvedimenti di salvaguardia adottati (ordinanza) e dell’attivazione della vigilanza con le telecamere e con il controllo garantito dalla Capitaneria di Porto. Le immagini realizzate sono emozionanti e ringrazio le ricercatrici di ISPRA per la professionalità e la passione che stanno mettendo in questo progetto».