Il colpo d’occhio più straordinario si ha forse dal belvedere di Erice, splendida cittadina medievale posta sulla cima del Monte San Giuliano che domina la città di Trapani. Da qui, al tramonto, i riflessi abbaglianti del mare disegnano i contorni delle tre isole che sono la porta occidentale della Sicilia: Favignana, Levanzo e Marettimo. Stiamo parlando delle isole Egadi, piccolo arcipelago regno del vento, il cui mare è oggi tutelato dalla più grande area marina protetta d’Europa. 53.992 ettari di Mediterraneo con un patrimonio naturale e culturale eccezionale, basta pensare ai due simboli dell’arcipelago: da un lato la foca monaca, tornata qui a popolare le coste più impervie dopo decenni di assenza, e dall’altro i graffiti della Grotta del Genovese di Levanzo, segno dell’antichissima storia di queste isole. Le isole rappresentano una propaggine della catena montuosa settentrionale siciliana e durante l’Ultimo Massimo Glaciale dovevano essere collegate alla terraferma, come testimoniano i preziosi ritrovamenti paleontologici e archeologici. Oggi le Egadi sono una delle destinazioni turistiche principali della Sicilia, soprattutto durante la stagione estiva.
Favignana
La più grande isola dell’arcipelago è Favignana, situata a circa 7 km dalle coste siciliane. Interrotta da una breve dorsale montuosa che separa due ampie porzioni pianeggianti a disegnare il profilo di una grande farfalla ad ali spiegate, Favignana è famosa per le sue eccezionali spiagge e per le tonalità che assumono i fondali, grazie anche alla natura geologica dell’isola. Composta prevalentemente da rocce calcaree, l’isola è interessata da un esteso carsismo superficiale e sotterraneo, come testimoniano le numerose grotte che si aprono lungo le coste rocciose.
Proprio la presenza di cavità isolate e difficilmente raggiungibili da terra è uno dei fattori per cui a Favignana si è sempre registrata la presenza della Foca monaca. Dopo essere praticamente sparita dall’arcipelago a metà degli anni ’70, la sua presenza è stata documentata nuovamente nei mesi invernali appena un anno fa: un ottimo segno per la tutela dell’habitat marino delle Egadi. A conferma dell’enorme impegno per la salvaguardia degli organismi marini, sull’isola è presente anche un centro di primo soccorso per le tartarughe. Sito nei locali del bellissimo Palazzo Florio, il centro è aperto tutto l’anno ed ha un’area riservata alla cura e alla riabilitazione ed un’altra area dedicata alle visite guidate.
Il palazzetto fa parte dell’interessante patrimonio storico dell’isola, tra cui bisogna annoverare anche la grande Tonnara Florio, al cui interno è stato ricavato un moderno museo su quella che è stata la principale economia dell’isola per lungo tempo ovvero il commercio del tonno, ed il Castello di Santa Caterina, situato sulla cima dell’omonimo monte è sorto sui resti di un edificio arabo ed offre un panorama spettacolare sull’arcipelago e la Sicilia. Tantissime le spiagge che offre l’isola, dalla meravigliosa Cala Rossa (decisamente la più bella se il vento è da scirocco), a Cala Azzurra e Lido Burrone, facilmente raggiungibili in bicicletta dal centro del paese. Accesso in barca consigliato per la zona che va da Preveto a Cala Rotonda, e poi più a nord sulle azzurre acque di Cala Pozzo. Ad agosto l’isola viene presa letteralmente d’assalto, è consigliato programmare una vacanza a Favignana possibilmente in un periodo diverso dall’alta stagione.
Levanzo
A nord di Favignana si trova Levanzo, splendida isola calcarea dalle acque cristalline, che, al contrario della sua dirimpettaia, offre una vacanza lontano dal chiasso e dalla mondanità. L’arrivo sull’isola è già mozzafiato: un nugolo di casette bianche che abbracciano il mare cristallino, sovrastate da pendii ricchi di macchia mediterranea. A Levanzo vi è una sola strada asfaltata che conduce nella zona del Faraglione, ma grazie alle sue modeste dimensioni ed alla presenza di una fitta rete di sentieri, l’isola si presta a fare del trekking.
Destinazione principale è la Grotta del Genovese in cui è possibile accedere, previa prenotazione di una visita guidata, per ammirare gli straordinari graffiti risalenti almeno all’epigravettiano (circa 9.200 a.C.). La grotta, scoperta da una pittrice fiorentina che nel 1949 si trovava in vacanza sull’isola, fu abitata tra i 12.000 e gli 8.000 anni fa ed i suoi abitanti realizzarono graffiti di animali dell’epoca (es. cervi, bovini e cavalli) insieme ad altre figure umane simili a quelle rinvenute nelle Grotte dell’Addaura di Palermo (per informazioni e prenotazioni chiamare lo 0923924032). A Levanzo è obbligatorio il giro in barca dell’isola, partendo da Cala Dogana, ovvero il porticciolo, ci si dirige verso le azzurre acque della Grotta Marina del Buco, per poi toccare la Cala del Genovese, la bellissima Cala Tramontana e Capo Grosso, teatro della celebre battaglia delle Egadi avvenuta il 10 marzo del 241 a.C. tra Cartaginesi e Romani e che pose fine alla Prima Guerra Punica. L’antica storia dell’isola si riflette proprio nella sorprendente quantità di reperti archeologici sommersi che è possibile ammirare immergendosi nei fondali di Levanzo: Cala Minnola per esempio, ospita il relitto di una nave romana con i resti del carico disseminati ad una profondità di circa 30 metri, mentre verso nord le numerose spedizioni archeologiche continuano a recuperare rostri e materiale vario legato alla famigerata battaglia punica.
Marettimo
L’orizzonte delle Egadi è dominato dal profilo montagnoso di Marettimo, la più lontana dell’arcipelago. Selvaggia e scoscesa, Marettimo è l’isola per eccellenza: i rilievi calcarei si innalzano dal mare per centinaia di metri e precipitano nel blu del Mediterraneo, disegnando cale, costoni, guglie e precipizi. Forse proprio per il suo aspetto così austero, quasi a sembrare quello di una cattedrale, l’isola è stata battezzata con il nome di Hierà (Sacra) dal greco Polibio. Proprio per la sua morfologia Marettimo è priva di strade asfaltate, non ci sono macchine e l’isola si gira rigorosamente a piedi oppure ci si sposta in barca, per raggiungere le calette e le spiagge più belle e deserte come u scaru Maistru, a praia du libanu, i ru frati, verso nord, oppure ancora praia ‘a Lera e cala a Conca ad ovest. Splendida poi Punta Troia, dove si trova lo splendido castello saraceno edificato a strapiombo su una roccia alta circa 120 metri ed oggi sede dell’Osservatorio Foca Monaca dell’Area Marina Protetta. L’isola infatti, grazie alla sua conformazione geomorfologica, è stata a lungo tempo dimora della Foca monaca, animale oggi fortemente minacciato in tutto il Mediterraneo.
Scomparsa da Marettimo e da tutte le Egadi attorno agli anni Settanta, la foca monaca è oggi tornata ad occupare le grotte dell’arcipelago, soprattutto nei mesi invernali, grazie anche all’istituzione dell’Area Marina Protetta nel 1991. Ispra ed Ente Gestore dell’AMP stanno lavorando costantemente per monitorare e studiare la presenza di questi mammiferi grazie anche all’utilizzo di foto-trappole situate in alcune grotte dell’isola. L’ambiente naturale terrestre offre altre sorprese come le diverse specie endemiche presenti, tra cui il timo di Marettimo (Erodium maritimum), il cavolo delle Egadi (Brassica macrocarpa) e la finocchiella di Boccone (Seseli bocconi). Sorvolano poi i cieli dell’isola l’aquila del bonelli, il martin pescatore, il nibbio, l’airone, il falco pellegrino ed il gabbiano reale; padroni di creste, boschi e pendii sono invece i mufloni, qui reintrodotti nel passato ed oggi presenti in gran numero considerata l’assenza di predatori naturali.
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