Per generazioni il nome di Favignana è stato associato alla pesca e alla lavorazione del tonno. Oggi, l’antica struttura dell’ex stabilimento Florio di Favignana e Formica è diventato uno dei musei dell’archeologia industriale più rinomati, sede di mostre, convegni, congressi, eventi musicali e letterari.
Dallo scorso giugno, ospita anche la sede del nuovo “stabulario” del Centro di Primo Soccorso per Tartarughe Marine dell’AMP Isole Egadi, grazie alla collaborazione instaurata con la Soprintendenza e il Polo regionale di Trapani e Marsala per i Siti Culturali e ai finanziamenti del Ministero dell’Ambiente e del gruppo Bolton Alimentari spa, titolare del marchio Rio Mare.
Presso lo “stabulario” e Centro di primo soccorso, quest’ultimo già attivo a Palazzo Florio, vengono ricoverate e sottoposte alle cure dello staff le tartarughe comuni (Caretta caretta) in evidente stato di difficoltà, recuperate a seguito di segnalazioni da parte di pescatori e turisti.
Nel maggiore dei casi le tartarughe necessitano di aiuto per via dell’ingestione di plastica che non permette loro di immergersi e quindi potrebbero andare incontro a eventuali impatti con imbarcazioni in transito. Le attività sono gestite dallo staff dell’Area Marina Protetta Isole Egadi, istituita nel 1991 per tutelare la bellezza e il valore della biodiversità del mare delle Egadi.
L’Area Marina Protetta e il Centro di Primo Soccorso per Tartarughe Marine – che ha sede principale nel seminterrato di Palazzo Florio, una volta residenza estiva della famiglia Florio che diede lustro alle Egadi – sono anche partner del progetto Life+12 Tartalife. Finanziato dall’Unione Europea, il progetto ha come obiettivo la riduzione della mortalità della Caretta caretta attraverso la promozione presso i pescatori professionali di sistemi di pesca che riducano le catture accidentali ma anche il rafforzamento dei centri di soccorso dislocati lungo le coste italiane. Il centro è, inoltre, gestito collaborazione con le associazioni ambientaliste WWF Italia onlus e Legambiente onlus.
di Paolo Balistreri
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