Una lenza da pesca ha un diametro di pochi decimi di millimetro ed è costruita in nylon, un materiale praticamente indistruttibile e non biodegradabile. Pescando non è insolito dover tagliare parti della lenza o accorciarla per i più vari motivi. La tendenza delle lenze tagliate è quella di aggrovigliarsi su se stesse formando gomitoli che possono cadere in acqua o rimanere sulla riva.
di Luciano Ruggieri
È facile infatti che il pescatore neanche si accorga della lenza tagliata lasciata sulla riva proprio perché sono semi-invisibili. Grave errore!
Infatti, la lenza costituisce un rifiuto estremamente pericoloso per varie forme viventi.
Gli animali più a rischio sono gli uccelli ma lenze possono costituire cappi mortali anche per rettili (tartarughe marine) e mammiferi, compresi gli animali da compagnia come cani e gatti.
È una morte lenta, quella che colpisce il povero sventurato uccello che è incappato in un filo di lenza lasciato sulla spiaggia o sul fiume.
La lenza quasi invisibile si attorciglia attorno alla zampa del volatile, impendendogli di muovere l’arto correttamente, poi pian piano stringe e si serra attorno alla pelle causando spaventose lacerazioni che si piagano, portando a morte l’animale.
Purtroppo, anche quando individuiamo una di queste bestiole ancora in vita, non sempre riusciamo ad aiutarla perché, sino a che ne ha la capacità e la forza, segue l’istinto di sfuggire l’uomo, volandosene via.
Già nel 2010 EBN Italia aveva lanciato la campagna per ricordare ai pescatori di non abbandonare le lenze sulle spiagge o in acqua in relazione ad alcuni uccelli di ripa che erano stati trovati impigliati da fili.
Soprattutto in seguito all’esperienza di quanto capitava sul “triangolino” del porto di Viareggio, zona ancora all’epoca frequentata da pescatori e dagli uccelli. Nel 2019 la sua pulizia porto alla rimozione di 500 quintali di rifiuti portati dal mare. Ora purtroppo, il triangolino non sarà più frequentato dai pescatori (e forse dagli uccelli) perché oggetto di un progetto di sviluppo del porto che ne porterà alla totale cementificazione. Un male forse maggiore.
Il problema a Viareggio costituiva la punta dell’iceberg visto che sempre sul Tirreno a Torre Flavia (Roma) la pulizia dell’area litoranea nel 2018 ha portato alla rimozione di 1,8 km di lenze abbandonate!
Un chilometro e ottocento metri di filo di nylon che contribuisce con le tonnellate di reti da pesca abbandonate nel Mar mediterraneo, 640 mila tonnellate disperse ogni anno, a uccidere pesci, organismi marini e uccelli.
Un fenomeno che non è facile da arginare perché nessuno vuole consapevolmente abbandonare materiale da pesca in mare, ma che si verifica ineluttabilmente e senza possibilità di rimedio immediato. Il materiale libero viene rigettato prima o poi sulle coste dalle correnti marine altrimenti rimane in incastrato sul fondo del mare per sempre.
Ecco perché da almeno un quinquennio si sta parlando di reti e lenze da pesca biodegradabili in un tempo relativamente brevi (2-4 anni).
Ma l’applicazione di questi nuovi materiali non è facile né immediata.
Pertanto si deve rinnovare l’invito a tutti i pescatori: prima di abbandonare la propria postazione fate un controllo del materiale usato e non abbandonate pezzi di lenze o peggio di ami!
Sono un materiale estremamente pericoloso !