Le marmotte sono un soggetto fotografico ricercatissimo, perché sono sempre fotogeniche anche nelle situazioni più banali.
A renderle simpatiche non è solo l’aspetto paffuto, ma anche una moltitudine di atteggiamenti che esse assumono nel contesto della loro vita sociale.
Le marmotte, infatti, vivono in colonie o in piccoli gruppi famigliari e sono caratterizzate per una straordinaria socialità. Giocano, si rincorrono, fanno a turni per vigilare mentre i compagni sono al pascolo, si avvertono a vicenda in caso di pericolo. Insomma, osservarle è una vera meraviglia, indipendentemente che le si voglia fotografare o no. Vivono solo sulle Alpi e in qualche zona localizzata degli appennini e possono essere, a seconda dei luoghi, molto confidenti o molto paurose.
Dove sono confidenti possono addirittura compostarsi da animali domestici e prendere cibo dalle mani dei turisti, altrove la loro presenza è segnalata solo dai fischi che le marmotte emettono per avvertire l’arrivo di inopportuni. Il periodo più favorevole per fotografarle secondo me è la fine dell’estate, quando gli animali sono ben pasciuti e pronti per andare in letargo, ma anche in primavera si hanno situazioni favorevoli e si possono cogliere le marmotte durante i loro giochi. In piena estate gli esemplari non hanno la bella e folta pelliccia che ammiriamo negli altri mesi.
Per fotografarle non esiste un’ottica migliore di un’altra e tutto dipende dalla situazione o dal tipo di foto che si vuol ottenere. Ovviamente se vogliamo inserire nel fotogramma parte di quei meravigliosi scenari dove spesso vivono le marmotte è opportuno usare ottiche corte, soprattutto se gli animali si lasciano avvicinare, altrimenti si dovrà adottare per lo meno un 300 mm.
Come è stata scattata la foto
La prima foto – quella in corpo al testo – è stata ottenuta con reflex DX e uno zoom 70-200 mm alla massima escursione per isolare gli animali dallo sfondo e dar maggior risalto al loro scambio di “effusioni”. Nella foto di copertina, invece, ho usato reflex FX con zoom 18-35 mm in escursione minima.
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