Capitalismo ed ecologia possono essere un binomio vincente. Quello che fino a qualche anno fa sarebbe parso un azzardo, è invece diventato realtà. Basta scorrere la classifica Global 100, redatta dalla rivista canadese Corporate Knights e presentata al World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Gli Stati Uniti si sono aggiudicati 18 postazioni come migliori società eco-sostenibili al mondo.
La classifica
La società farmaceutica e biotecnica indipendente più antica al mondo, la Biogen Idec Inc, si è aggiudicata il secondo posto, migliore tra le società a stelle e strisce. La Biogen Idec Inc è stata premiata per gli ottimi risultati ottenuti nei settori legati alla produttività energetica, alla gestione dell’acqua, al fondo pensione e alla capacità innovativa. Un riconoscimento, quello dato dal secondo posto nella Global 100, che va ad aggiungersi alla prestigiosa nomination del 2012 al Dow Jones Sustanability World Index (DJSI World).
“Sono rimasto felicemente sorpreso dai risultati ottenuti dagli Stati Uniti – ha dichiarato a Forbes Dough Morrow, vice presidente della ricerca presso Corporate Knights – crediamo che la sostenibilità in contesto aziendale significhi riconoscere che gli interessi a lungo termine dell’azienda sono intellettualmente e finanziariamente compatibili con l’efficienza delle proprie risorse”.
Tra le nomination nella lista Global 100 ci sono anche delle “insospettabili”: in classifica compaiono infatti anche i nomi di Sigma-Aldrich Corporation, Coca-Cola Enterprises Inc, Motorola Solutions e Johnson & Johnson.
Per scoprire la prima in classifica bisogna andare in Australia, dove la Westpac Banking ha ottenuto il massimo punteggio in tutti e quattro i settori analizzati: quello della produzione di energia, di anidride carbonica, dell’utilizzo delle risorse idriche e della gestione dei rifiuti. La Westpac Banking, che è la più antica istituzione bancaria del continente Oceanico, è stata anche la prima a entrare a far parte del Greenhouse Challenge Plus, un programma governativo intento a ridurre l’emissione di gas effetto serra.
L’ecobusiness non è solo per le multinazionali
Al contrario di quanto si possa pensare, non è necessario essere grandi aziende per sostenere i costi e trasformare in eco friendly un ambiente lavorativo. Sempre più startup e investitori vedono, infatti, un’opportunità nell’adottare tecniche sostenibili volte a ridurre i propri consumi, rafforzare il proprio marchio, aumentare il proprio guadagno e affrontare con competitività le sfide del mercato.
Osservando un’analisi condotta da parte di Bunk Consultants, ramo di Xerox leader nella gestione di documenti e processi aziendali, nel 2010 il numero di società americane con almeno un programma eco-sostenibile ha fatto registrare un incremento del 54% rispetto all’anno precedente.
I vantaggi della svolta green
Avere adottato misure eco-sostenibili ha portato a un risparmio concreto per le aziende che hanno adottato alcuni accorgimenti, tra cui l’abbassamento delle temperature, l’utilizzo di lampadine fluorescenti e la riduzione del consumo di carta e plastica. Tra le strategie eco immediatamente realizzabili ci sono anche il riciclo di vecchi telefoni cellulari e lo spegnimento dei computer dopo 30 minuti di non utilizzo.
Benefit ambientali e finanziari si possono ricevere, ad esempio, anche adottando il Commuter Benefit Plan, programma attraverso il quale i dipendenti possono risparmiare fino a 130 dollari al mese per le spese di transito e 250 dollari per parcheggi connessi al lavoro. Dal 2009, il Commuter Benefit Plan è già realtà a San Francisco per le aziende con più di 50 dipendenti. Dal prossimo anno entrerà in vigore anche a New York per le società il cui organico è composto da 20 o più lavoratori. A Washington l’introduzione è ancora in attesa di approvazione da parte del congresso.
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