L’estate più siccitosa degli ultimi decenni, che in Italia si inserisce sul primo semestre più secco della storia, ha fortemente ridotto un po’ in tutta Europa il livello dei fiumi, portando alla luce reperti di tutti i tipi. Dal Po, per esempio, sono emersi corna di alci preistorici o reperti bellici della Seconda Guerra Mondiale (comprese alcune bombe inesplose), mentre sul Ticino, a Pavia, i resti romani del vecchio ponte coperto sono ormai una presenza stabile in mezzo al fiume.
Ma è sul fiume Elba e in altri corsi d’acqua del centro-Europa, in particolare in Germania e in Repubblica Ceca, che sono emersi i reperti forse più curiosi e interessanti di questa bollente estate 2022.
“Hungerstein”: un monito che ritorna dal passato
Parliamo delle cosiddette “Pietre della fame”, ovvero antiche incisioni fatte su grosse pietre naturali o sui blocchi artificiali dei ruderi di vecchi moli, risalenti in genere al XVII secolo, che ricordano le pesanti siccità passate e mettono in guardia dal rischio di carestia.
Una delle pietre più famose recita, infatti, “Se mi vedi, stai piangendo”, come monito alle sofferenze causate da carestie e pestilenze legate appunto alla scarsità di acqua, che a sua volta distruggeva raccolti e allevamenti di animali.
Queste pietre servivano come segnali d’allarme nel marcare un livello delle acque che ne indicava una carenza tale da segnare l’ingresso in una situazione pericolosa.
Una delle più vecchie è quella emersa ai primi di agosto nella Repubblica Ceca, che porta la data leggibile del 1616, anche se incisioni più antiche (1417, 1473) sarebbero state cancellate dall’ancoraggio delle navi e dall’erosione fluviale nel corso dei secoli.
La prima “Pietra della fame” fu rinvenuta in Germania sul fiume Elba durante la siccità del 2018, quando il grande corso d’acqua scese ai livelli più bassi in oltre mezzo secolo. Il record precedente è dunque stato superato quest’anno e secondo il ricercatore Andrea Toreti, del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (JRC), citato da Euronews, anche in base a quell’episodio la siccità di quest’anno potrebbe essere la peggiore degli ultimi 500 anni a livello continentale.
Del resto l’Osservatorio europeo della siccità riferisce che ormai il 47% dell’Europa è attualmente in condizioni di siccità “cronica”, seppur con differenti livelli di intensità. Una situazione destinata a peggiorare con il riscaldamento globale e che andrebbe affrontata una volta per tutte con decisione e con una programmazione di interventi concreti che idealmente dovrebbe essere attuati almeno a livello nazionale, ma che può comunque produrre risultati utili anche se attuata a livello di ambiti omogenei (per esempio, gruppi di comuni, una vallata, un Consorzio, ecc.).
Non aspettiamo dunque il governo o la Regione, ma cominciamo subito dove è possibile a realizzare bacini di raccolta, serbatoi sotto le case e nei sottotetti, cambiare i sistemi di irrigazione in agricoltura e nelle aree verdi pubbliche, ecc.
Siamo già in ritardo!