Le chiamano vacche sacre ma nulla hanno a che vedere con i bovini venerati dalla religione induista. Sono le mandrie della ‘ndrangheta, lasciate pascolare libere sui campi calabresi come simbolo dello strapotere malavitoso.
Ora, però, qualcosa sembra cambiare: sono infatti cominciate le operazioni di cattura delle mandrie.
Effettuate le prime catture
Le operazioni per il contenimento dei bovini, che sono state disposte dal Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari e coordinate dal Questore Raffaele Grassi, sono cominciate nel comprensorio del Comune di Cittanova (RC). Sugli animali saranno ora compiuti gli accertamenti sanitari da parte degli organi preposti, in attesa di trovare loro una sistemazione.
Soddisfazione per l’operazione è stata espressa anche da Giuseppe Bombino, presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte, che ha definito positivo il bilancio della prima giornata di catture.
Situazione fuori controllo
Il fenomeno delle vacche sacre risale ai primi anni ’70: gli animali, appartenenti ad alcune ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro, furono lasciati allo stato brado; temendo ritorsioni da parte dei clan malavitosi le vacche non furono mai toccate e, da lì a poco, cominciarono colonizzare tutto il territorio.
Ad oggi è impossibile stimare con esattezza quanti siano i bovini vaganti sul territorio della Piana ma, secondo alcuni dati, potrebbe trattarsi di diversi centinaia di capi.
Pericolo per i cittadini
Gli incidenti che vedono coinvolti gli automobilisti e la vacche in transito sulle strade sono all’ordine del giorno, così come le incursioni del bestiame sui campi coltivati.
Un problema economico e di ordine pubblico, del quale da qualche anno si è iniziato a parlare.
Il comitato per dire basta
Il tam tam per dire basta alla vacche sacre è partito da Facebook: il Comitato No Bull da mesi è attivo sui social network e, lo scorso mese di dicembre, ha organizzato una marcia per le vie di Cittanova.
Segno che qualcosa sta cambiando e che le vacche dell’ndrangheta non sono più sacre.
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