Alle spalle di Genova una piccola mandria sopravvive libera da quasi otto anni e nessuno riesce a catturarla. Ne è nato un docufilm.
Venerdì 14 luglio alle 21 presso il cinema-teatro di Masone, piccolo comune sulle alture della Valle Stura, tra i parchi del Beigua e delle Capanne di Marcarolo, sarà proiettato il cortometraggio “Vacche in fuga”. Il titolo può far pensare a un racconto di fantasia eppure è tutto vero.
Questa incredibile storia, che per molti rappresenta la vittoria della natura sull’uomo, la ribellione di un animale considerato per convenzione “commerciale”, ebbe inizio in un allevamento alle porte di Mele, una altro comune poco distante, dove vivevano una settantina di bovini tenuti in uno stato semibrado a seguito di un finanziamento per un progetto specifico. Gli animali, tuttavia, erano lasciati a se stessi, non curati a dovere, cosicché fu ordinato il loro trasferimento in stalle-macello in Lombardia. Ma evidentemente non tutti gli individui erano d’accordo e, durante la concitazione della cattura, una quindicina di esemplari si diede letteralmente alla macchia facendo perdere le sue tracce. Il gruppetto si adattò in fretta all’ambiente selvatico anche grazie alle caratteristiche della razza, la Limousine, creata apposta per arrangiarsi in condizioni più avverse, e iniziò a riprodursi. Spostandosi di notte al riparo della folta foresta e dell’oscurità i bovini si sono avvicinati a Masone combinando qualche danno nei campi, alle colture e alle staccionate delle fattorie e facendo crescere la paura nella popolazione locale, in quanto le vacche con i piccoli ma soprattutto i grandi tori, che superano i 700 kg, sono particolarmente minacciosi. Per questo fu deciso l’abbattimento di tutti i maschi, anche tramite l’uso di droni, ma malgrado l’impegno dell’uomo i bovini sono scampati ancora una volta alle persecuzioni. In molti hanno allora iniziato a fare il tifo per loro ritenendo che la loro presenza, seppur monitorata, potesse rappresentare per il territorio una risorsa anche turistica, un po’ come i cavalli selvaggi dell’Avello.
E il docufilm, realizzato dal fotografo naturalista Paolo Rossi e dal suo team, nasce da questo intento, cioè trovare un compromesso tra l’uomo e le vacche ribelli della Val Stura, oggi tutte o quasi nate libere, senza aver conosciuto stalle, catene, marchi a fuoco e vaccini.
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