Tutti siamo a conoscenza delle previsioni: entro il 2050 ci saranno circa 9.7 miliardi di bocche da sfamare. Produrre una quantità di cibo sufficiente senza utilizzare enormi quantità di terreno e senza porre ulteriore pressione sulle riserve di acqua, suolo ed energia risulta complesso.
Nel passato i ricercatori per la sicurezza sul cibo si sono focalizzati principalmente sulla produzione di alimenti che sulla domanda del consumatore e su come questo utilizzi il prodotto sulle tavole di ogni giorno. Sfortunatamente in un mondo orientato verso uno stile di vita occidentale la domanda di prodotti caseari e di carne è cresciuta enormemente.
Questa è una brutta notizia per il pianeta. La carne è un prodotto di lusso la cui produzione causa un enorme costo ambientale. Dedicare interi raccolti agli animali per la produzione di proteine è altamente inefficiente: nella carne prodotta negli Stati Uniti, solamente il 5% delle proteine originarie sopravvive al percorso a cui va incontro il prodotto, dal cibo degli animali al piatto di casa. Perfino il latte, che riporta il più alto valore di conversione, mantiene solamente il 40% delle proteine originali.
Conseguentemente la produzione di bestiame richiede enormi quantità di terreno ed acqua andando ad occupare circa il 70% della terra arata e il 27% dell’acqua usata dall’uomo. Nonostante l’utilizzo di inimmaginabili quantità di acqua, terreno e cibo, milioni di persone nel mondo, riportano danni conseguenti a una dieta a basso contenuto proteico. La responsabilità ricade quindi sulle nazioni più ricche che dovrebbero incentivare una riduzione del consumo di carne e spingere verso l’utilizzo di prodotti alternativi.
I legumi sono un’alternativa sana
All’interno della famiglia dei legumi troviamo i fagioli, i piselli e le lenticchie. Oltre ad essere molto più economiche ed accessibili della carne, queste sono ricche di proteine e di micronutrienti essenziali quali ferro, zinco, magnesio e folati. Inoltre, il loro basso tasso glicemico permette un rilascio di energia lento, evitando quindi l’innalzamento della quantità di glucosio nel sangue. Naturalmente senza glutine, sono anche ideali per coloro che soffrono di celiachia.
Numerosi studi hanno dimostrato come i legumi agiscano anche contro i livelli alti di colesterolo e riducano la probabilità di problemi cardiaci e di pressione alta. Le popolazioni la cui dieta è caratterizzata da un alto consumo di legumi, dimostrano una netta diminuzione di casi quali cancro al seno, alla prostata e al colon.
Fagioli verdi
Cosi come sono positivi per la nostra salute, i legumi sono anche positivi per l’ambiente. Come tutte le piante, anch’essi lavorano con i batteri trasformando l’azoto atmosferico in utili sostanze quali ammoniaca o nitrati, aumentando così la fertilità del suolo.
Sono, inoltre, efficienti anche dal punto di vista dell’utilizzo di acqua in quanto ne richiedono meno rispetto a quella utilizzata per la produzione della carne di maiale o di quella di manzo.
In pochi sono a conoscenza di questi benefici e anche il fatto che necessitino di ammollo, abbiano sapori poco attraenti e potenzialmente aumentino la flatulenza conseguente a una dieta di fibre non li aiuta a inserirsi nella dieta occidentale. Per superare questi limiti i manifatturieri stanno individuando le modalità per inserire i legumi all’interno di prodotti come pasta, cracker, farina e prodotti sostitutivi di uova, carne e latte.
Infine, è utile comunque valutare la quantità di carne di cui abbiamo effettivamente bisogno. Una dieta più incentrata su prodotti vegetali è positiva per la nostra salute, l’ambiente e il nostro portafoglio.
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