Qualche contadino in Italia ha già raccolto i primi legumi della stagione: piselli e fave, verdi come il colore della primavera e dell’Energia Legno. I legumi sono parte integrante della dieta mediterranea, di cui costituiscono la prima fonte proteica e che andrebbero consumati tutti i giorni, nella misura di una piccola porzione pari a circa 2 cucchiai da minestra (in sostituzione al cibo animale, non in aggiunta). Tutti i legumi sono un’ottima fonte non solo di proteine, ma anche di fibre, carboidrati, vitamine, minerali e soprattutto la fonte di forza vitale migliore che ci sia. Insomma, un cibo completo e molto più equilibrato di qualsiasi altra fonte proteica. Secondo la macrobiotica infatti, tutti i legumi, in particolare quelli dal colore scuro, hanno il potere di rinforzare i reni, che sono la sede della forza vitale. Questo però a patto di consumarli il più possibile integrali, ovvero integri.
Occorre fare una distinzione tra i legumi consumati in chicco, quindi nella loro forma più naturale, e i legumi consumati in farina e nei prodotti derivati, come nei lavorati da forno, nei burger vegetali pronti e nella pasta di legumi. I legumi in chicco contengono tutti i nutrienti che la natura ha riservato loro, sono perfetti nella loro composizione biochimica, perché ogni componente è presente nella giusta misura per bilanciare gli altri. Se il chicco viene lavorato, viene anche privato di diverse parti, in particolare delle fibre esterne, causando così un parziale impoverimento delle sostanze nutritive che servirebbero a bilanciare l’apporto degli amminoacidi e dei grassi, seppur pochi, presenti. Dal punto di vista energetico, è molto chiara la differenza tra un legume integrale e uno lavorato: il primo ha la forza di germogliare e generare nuova vita, con decine di altri semi che a loro volta porteranno una discendenza. In pochissime generazioni, avremo decine di migliaia di piante di legumi, a partire da un solo seme. Questo non avverrà mai con un legume decorticato, tantomeno con la farina. Questa è la forza vitale di cui abbiamo bisogno e che dobbiamo cercare nel cibo.
Alle persone che mi dicono di non avere tempo o di non avere passione per la cucina, dico sempre che piuttosto che mangiare cibo di scarsa qualità, industriale o raffinato, è sempre meglio scegliere il prodotto lavorato di alta qualità e fatto da noi. Perciò ben vengano le farinate con la farina di ceci, crema di piselli spezzati o un piatto di pasta di legumi ogni tanto. Sono prodotti veloci da preparare, mentre i legumi in chicco, si sa, hanno una lunga cottura. Ma alle stesse persone dico anche: “Una volta messa la pentola sul fuoco, non serve stare lì a guardarla!”. Non credo molto nella scusa del poco tempo a disposizione per mangiare bene: anch’io ho provato sulla mia pelle i ritmi frenetici dell’attività a tempo pieno (e non lavoravo seduta ad una scrivania, tutt’altro!), ma devo dire che sono sempre riuscita a mantenere un alto standard qualitativo nel mio modo di alimentarmi, con pochi compromessi: preparavo cereali e legumi in chicco in maggiore quantità perché bastassero per più giorni, ovviamente cambiando condimenti e verdure per condirli. Un giorno preparavo i legumi in zuppa, il giorno seguente con i cereali o con la pasta e quello dopo magari preparavo un hummus veloce. Non c’è mai stata monotonia nel mio modo di mangiare. Certo, occorre un minimo di organizzazione, ma alimentarsi significa vivere e le buone scelte in campo alimentare determinano sicuramente una buona qualità della nostra vita. Allora perché non farlo?
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com