Nell’articolo precedente, si è parlato del progetto della miniera di carbone nel bacino della Galilea. Il piano prevedeva, non solo la riapertura delle attività minerarie, ma anche la costruzione di un porto nei pressi di Abbott Point che avrebbe garantito l’esportazione internazionale di carbone. Localizzata a nord-est dell’Australia, l’apertura di un’attività commerciale in queste zone avrebbe causato danni irreparabili alla Barriera Corallina e, in più grande scala al clima globale per via delle emissioni di CO2.
Nonostante il progetto sia stato approvato dal governo federale e dal ministro dell’ambiente Greg Hunt nel 2013, nulla è stato portato avanti, e siamo nel 2015. Infatti, il mancato finanziamento di circa 14 miliardi di dollari (AUD) e le numerose manifestazioni organizzate da AYCC (Australian Youth Climate Coalition), 350.org, FLAC (Frontline Action on Coal Sydney) e Greenpeace hanno contribuito al blocco attuale della sua realizzazione.
Lo scorso 5 agosto l’impegno di migliaia di giovani australiani e internazionali è stato ripagato perché la Commonwealth Bank, una delle principali banche d’ Australia, ha pubblicamente escluso di finanziare la compagnia mineraria Adani. Oltre a questa notizia, risulterebbe da fonti che la Corte del governo federale abbia richiesto un ulteriore esame dell’approvazione del progetto sostenuto dall’onorevole Hunt.
L’elemento chiave di questa parziale vittoria a livello ambientale e umanitario (le attività minerarie si svolgono spesso in aree culturalmente sacre per le popolazioni aborigene), è stata la profonda determinazione degli attivisti. In particolare questa prima parte del 2015 ha visto numerose azioni non violente (NVDA) mirate a informare la pubblica opinione sui discutibili investimenti delle banche. Circa 100 eventi sono stati organizzati dall’inizio dell’anno, localizzati nelle maggiori città australiane e internazionali, tra cui Londra e New York.
La strada verso investimenti per la produzione di energia più pulita è ancora lunga. Ma il 5 agosto dimostra che i sistemi finanziari, apparentemente irremovibili su determinate scelte, possono essere guidati da persone normali verso un futuro più verde.
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